Gela. Quarantaquattrenne e già con una condanna definitiva, per l’omicidio del suocero. Il calabrese Salvatore Moio, che ha già confessato, ha ucciso il compagno di cella, il sessantenne gelese Paolo Costarelli. Il cadavere sarebbe stato rinvenuto l’8 dicembre, ma ci sono tanti aspetti da chiarire. Il gelese era in carcere, a Caltagirone, per una condanna, diventata definitiva, con l’accusa di maltrattamenti. Moio avrebbe raccontato agli inquirenti di averlo ucciso, dopo l’ennesima lite, usando lacci delle scarpe per strangolarlo. Nei prossimi giorni, verrà effettuata l’autopsia sul corpo di Costarelli. La famiglia sta seguendo le attività degli inquirenti calatini, attraverso gli avvocati Vittorio Giardino e Giuseppe Cascino. Pare che Moio abbia un passato di violenze e fu la moglie a denunciare l’omicidio del padre, commesso proprio dal marito, dal quale decise anche di divorziare. Inizialmente, il caso era stato qualificato come decesso per un incidente domestico. La famiglia di Paolo Costarelli, ora, vuole capire cosa sia effettivamente accaduto. Una cosa è certa, nel carcere di Caltagirone, quello del sessantenne gelese non è un caso isolato. Negli ultimi anni, si contano almeno altri due omicidi. Uno spaccato preoccupante, al quale si aggiunge la morte del sessantenne, pare scoperta dopo quarantotto ore e anche su questi aspetti la famiglia e i legali che la assistono vogliono avere indicazioni precise.
L’inchiesta sull’omicidio Costarelli è coordinata dalla procura di Caltagirone. Il calabrese quarantaquattrenne è stato arrestato dai carabinieri. Il gip ha convalidato, disponendo la custodia cautelare in carcere.