Gela. Tutti gli atti del procedimento amministrativo che ha condotto all’avvio dei cantieri per il polo fotovoltaico Agroverde vanno annullati.
In dubbio le procedure d’esproprio. Un pool di avvocati, già negli scorsi mesi, ha provveduto a depositare il ricorso sui tavoli del tribunale amministrativo regionale di Palermo. Sono circa una trentina gli ex proprietari dei terreni occupati tra le contrade Tenuta Bruca, Sant’Antonio e Cappellania che contestano l’intero iter. Al centro di tanti dubbi, c’è soprattutto la conferenza di servizi svolta per il rilascio dell’autorizzazione unica firmata, alla fine, dai tecnici dell’assessorato regionale all’energia. Non a caso, i legali hanno deciso di portare in giudizio non solo il comune ma lo stesso assessorato e la cooperativa Agroverde. Addirittura, si fa leva sulla presunta falsità di alcuni passaggi preliminari al rilascio dell’autorizzazione. Nel corso di una conferenza di servizi del maggio di due anni fa, si sarebbe fatto riferimento alla “disponibilità dei suoli da parte della società Agroverde, essendo già concluse le procedure epropriative”. In base al ricorso presentato dagli ex proprietari, si tratterebbe di una conclusione priva di fondamento. A quella data, infatti, non ci sarebbe mai stata una procedura d’esproprio conclusa.
Concessioni edilizie e e delibere da annullare. Così, i legali, tra questi Guglielmo Piazza, Angelo Cascino, Giuseppe Lopresti e Saverio Girgenti, chiedono l’annullamento anche dell’originaria delibera del consiglio comunale, del decreto d’occupazione d’urgenza firmato dai tecnici del municipio e della concessione edilizia rilasciata nel gennaio di tre anni fa. I funzionari di Palazzo di Città, però, hanno scelto di costituirsi in giudizio, dando il via libera alla nomina di un legale di fiducia. Intanto, proprio sul fronte del maxi progetto Agroverde, tutto sembra tacere e i cantieri rimangono fermi nonostante l’occupazione dei terreni.