Incendi, spari e intimidazioni, sette a processo: Canotto ha patteggiato

 
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Gela. Dovranno presentarsi davanti ai giudici del tribunale, per rispondere di danneggiamenti e presunti atti intimidatori. Il gup Roberto Riggio ha deciso il rinvio a giudizio per sette imputati. Gli inquirenti contestano una serie di vicende, ricostruite attraverso le dichiarazioni del collaboratore di giustizia Giovanni Canotto. Anche il giovane, che ormai da tempo collabora con i magistrati, era tra gli imputati. Si è autoaccusato di aver messo a segno diverse azioni. Attraverso il suo legale di fiducia, l’avvocato Angelo Tornabene, ha patteggiato. Il rinvio a giudizio, invece, è stato deciso per Carmelo Martines, Gaetano Marino, Gianluca Pellegrino, Rosario Di Natale, Carmelo Damaschelli, Salvatore Palumbo e Alex Pisano. Un altro imputato ha scelto l’abbreviato, si tratta di Pietro Mondello (rappresentato dal legale Dionisio Nastasi), che sarà giudicato il prossimo aprile. A tutti gli imputati, a vario titolo, viene addebitato il coinvolgimento nei fatti raccontati dal collaboratore. Nel corso delle indagini, sono emersi i particolari di diversi incendi di automobili, il rogo di un chiosco sul lungomare e gli spari contro un’abitazione a Borgo Manfria. Per i pm della procura, i coinvolti avrebbero avuto un ruolo attivo, in alcuni casi come mandanti. Già in fase di indagine si sono sempre difesi escludendo di aver mai conosciuto Canotto.

Hanno spiegato di non aver commissionato danneggiamenti, come invece raccontato dal giovane collaboratore di giustizia. Con il rinvio a giudizio, chiesto in aula dalla procura e accolto dal gup, il processo scatterà nel gennaio 2023. Le difese (sostenute dagli avvocati Carmelo Tuccio, Flavio Sinatra, Francesco Enia, Orazio Rinelli e Giuseppe Fiorenza), invece, sono ritornate ad escludere un coinvolgimento degli imputati.

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