Gela. Mafia, armi ed estorsioni. Arriva la prescrizione, però, per alcuni degli indagati finiti al centro di un’inchiesta condotta dai magistrati della Direzione distrettuale antimafia di Caltanissetta.
Arriva la prescrizione. Il “non luogo a procedere” è già stato dichiarato dal giudice dell’udienza preliminare del tribunale di Caltanissetta nei confronti del collaboratore di giustizia Paolo Portelli, di Giuseppe Selvaggio, Maurizio La Rosa e Vincenzo Pisano. La prescrizione, inoltre, è già maturata per alcuni capi d’imputazione contestati dai magistrati anche per Nunzio Cascino, Salvatore Cavaleri e Giacomo Cagnes. In discussione, rimangono però ancora le accuse a carico di Emanuele Terlati, Giuseppe Scicolone, Giovanni Avvento e Orazio Meroni. Sono tutti accusati di aver avuto la disponibilità di armi per conto dei clan e di aver fatto da tramite nelle messe a posto volute proprio dalle famiglie di cosa nostra ai danni di diversi imprenditori locali. I fatti, però, sono risalenti nel tempo e diversi legali di difesa avevano già sollevato l’ipotesi della prescrizione. Una linea seguita dagli avvocati Ernesto Brivido, Maurizio Scicolone, Danilo Tipo, Angelo Tornabene, Vania Giamporcaro e Vincenzo Vitello. Alla prossima udienza, inoltre, gli altri indagati potrebbero optare per riti alternativi, senza arrivare all’eventuale dibattimento.