Gela. La Corte dei Conti chiede al Comune una maggiore attenzione sul monitoraggio dei debiti fuori bilancio prodotti dalle società compartecipate.
Tra Ghelas (società in house), Ato Idrico e Ato Ambiente (società compartecipate), il debito complessivo dal 2013 ammonta a 22 milioni di euro. “E salirà ancora – sottolinea Guido Siragusa, esponente in Aula del Polo Civico – senza un preciso controllo”. A puntare l’indice contro le società compartecipate è Alberto Depetro, dirigente del settore Bilancio, che non esita a parlare di rendicontazione approssimativa. “I loro tempi di approvazione e trasmissione dei Bilanci – spiega il dirigente comunale – non sono rispettosi delle scadenze previste dalla legge. Questo non consente di inserire le voci di gestione nel rendiconto delle spese in Bilancio. Nonostante le molteplici note di sollecito inviate, non abbiamo nessuna corrispondenza chiara”. Il consigliere Salvatore Farruggia (Un’altra Gela), nell’apprendere che non esiste una figura di controllo tra il Comune e le predette società, ha chiesto di avviare una verifica dei lavori fatturati e quelli realmente eseguiti. “Considerato lo stato di degrado urbano della città – sostiene Farruggia – sarebbe opportuno analizzare ordini e fatture d’appoggio”. L’accusa mossa dall’esponente del movimento “Un’Altra Gela” sembra essere rivolta principalmente alla “Ghelas”, società multiservizi del Comune incaricata alla gestione e manutenzione di strade, illuminazione e polmoni verdi della città. Sono questi gli argomenti trattati, ieri mattina, dall’assise civica convocata dal presidente Alessandra Ascia, che ha permesso di approvare la presa d’atto delle misure correttive della Corte dei Conti relative al rendiconto di gestione 2013. Il collegio dei revisori, composto da Assunta Cattuto, Danilo Pisano e Anna Giudice, sulle misure correttive apportate si è espresso in maniera positiva sostenendo che “dalla documentazione visionata si evince che le criticità sono state sanate”.