Amianto in raffineria, lavoratore morì: a processo quattro ex dirigenti

 
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Gela. L’inchiesta, portata avanti dai pm della procura, si è concentrata sulla morte di un ex lavoratore di società del gruppo Eni, in passato impegnato tra gli impianti della raffineria di contrada Piana del Signore. Salvatore Di Vara, nel corso della sua attività in fabbrica (dagli anni ’70 e fino ad almeno il 1996), lavorò alle dipendenze di Enichem-Anic, della Praoil e di Agip Petroli. Morì, a causa di un “mesotelioma sarcomatoide”, nell’ottobre di sei anni fa. Fatti dei quali dovranno rispondere quattro ex vertici delle aziende, alle cui dipendenze lavorò proprio l’operaio. Il gup Roberto Riggio ha disposto il rinvio a giudizio di Antonio Catanzariti, Gregorio Mirone, Giancarlo Fastame e Giorgio Clarizia. A processo dovranno presentarsi il prossimo aprile. I pm della procura avevano già avanzato richiesta di rinvio a giudizio per gli imputati, ritenuti responsabili di non aver adottato tutte le misure di prevenzione per evitare che l’operaio entrasse a contatto con l’amianto. In base alle accuse, infatti, la morte sarebbe da collegare alle conseguenze dell’esposizione all’amianto, durante l’attività in fabbrica. Il gup non ha accolto la richiesta di costituzione di parte civile, avanzata dall’avvocato Davide Ancona, nell’interesse dell’associazione Ona, che da anni segue i casi dei lavoratori esposti alle pericolose fibre. Il legale ha fatto rilevare la sussistenza dell’interesse tutelato dell’associazione, in favore dei lavoratori colpiti da patologie, collegabili all’amianto.

Le difese, invece, si sono opposte al rinvio a giudizio, escludendo ogni responsabilità degli imputati, rispetto al successivo decesso del lavoratore. Sarà il giudice, in dibattimento, a valutare le contestazioni, i dati tecnici delle perizie e le posizioni di tutti gli accusati. La contestazione mossa dalla procura è di omicidio colposo. Gli imputati sono difesi dai legali Gualtiero Cataldo, Pietro Granata, Luca Mirone, Carlo Autru Ryolo e Dario Bolognesi.

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