Gela. Arpa ha inoltrato i dati rilevati a Timpazzo, anche alla magistratura. Ieri, tra le altre cose, lo hanno spiegato i deputati regionali del Movimento cinquestelle. L’amministratore della “Impianti Srr”, società che gestisce la piattaforma integrata e la vasca E del sito, esclude comunque che si tratti di eventuali anomalie da collegare ai conferimenti ulteriori, che da mesi pervengono nel sito e che la Regione ha prorogato per altri sessanta giorni. Picone, intanto, chiederà che l’assemblea della Srr intervenga per avere un confronto anche con Arpa e ancora ha già formalizzato la richiesta di un tavolo tecnico, proprio con i responsabili di Arpa. “I tecnici di Arpa e del Libero Consorzio, in ottobre, hanno fatto i loro prelievi, le analisi e le hanno confrontate con i rilievi e le analisi svolte da “Impianti Srr”. L’Arpa ha quindi inviato i risultati dei rilievi svolti alla magistratura, anche se la società “Impianti” ha appreso questa notizia solo dai giornali. Si fa osservare – dice Picone – che se l’Arpa avesse ritenuto che l’inquinamento delle matrici ambientali fosse imputabile agli eccessivi conferimenti nella vasca E, avrebbe disposto l’immediata riduzione dei quantitativi o forse addirittura la chiusura dell’impianto. Invece, ad oggi nessuna comunicazione in merito è pervenuta”. Già lo scorso marzo, erano stati proprio i tecnici della “Impianti Srr” a segnalare, anche all’Arpa, il superamento di valori soglia nelle acque sotterranee, in corrispondenza della vasca E. “L’Arpa ha confermato la perdita di percolato dalla discarica, a monte della vasca E, specificando che l’origine è riconducibile alla mineralizzazione dei rifiuti organici presenti nei rifiuti urbani indifferenziati, smaltiti nelle discariche dismesse, vasche da A a D, coltivate nel corso degli scorsi decenni e oggi chiuse”, precisa ancora l’amministratore della “Impianti”. In una nota, inoltre, l’ingegnere spiega la cronistoria del sito e l’organizzazione delle vasche.
“L’area di Timpazzo viene utilizzata da molti anni come discarica. In particolare ad oggi si riscontra la presenza di ben cinque vasche, realizzate una accanto all’altra in tempi differenti. Le prime quattro, denominate A-B e C-D sono state realizzate in epoca non recente, ad iniziare dalla fine degli anni ‘90, in un periodo in cui le norme tecniche vigenti non imponevano l’utilizzo di tipologie costruttive particolarmente efficienti nell’impermeabilizzazione del fondo delle vasche stesse. Inoltre l’abbancamento negli anni passati di “rifiuto solido urbano indifferenziato”, non trattato, ha provocato una produzione importante di percolato che a causa della mancata impermeabilizzazione del fondo potrebbe avere inquinato le acque sotterranee o il sottosuolo. Le vasche A-B e C-D sono state gestite dalla società Ato CL2 e sono state chiuse nel giugno del 2020. Da allora queste quattro vasche sono inutilizzate, sono state ricoperte in attesa che venga completata la copertura finale, il cosiddetto capping. La vasca E, attualmente in coltivazione e gestita da “Impianti Srr” dal luglio 2021 è stata realizzata in epoca recente con tecniche di impermeabilizzazione molto efficienti e con rete di raccolta del percolato molto performante, in accordo a quanto previsto dalla recente normativa di settore. Inoltre, nella vasca E, attualmente in coltivazione, non viene conferito rifiuto urbano indifferenziato, bensì solo rifiuto secco non pericoloso, trattato nel Tmb o rifiuto biostabilizzato, utilizzato come ricoprimento giornaliero dei rifiuti. Nessuno di questi rifiuti abbancati può produrre percolato con concentrazioni importanti di inquinanti, inoltre la ottima tecnica di impermeabilizzazione del fondo isola totalmente il corpo dei rifiuti dai terreni circostanti. La Società “Impianti Srr”, attuale ente gestore della vasca E, cioè la vasca in esercizio, espleta, ai sensi di legge, le operazioni di monitoraggio e controllo su tutte le matrici ambientali della zona limitrofa alla discarica. Durante le operazioni di monitoraggio delle acque sotterranee, il laboratorio incaricato da “Impianti” ha rilevato il superamento dei valori delle concentrazioni di inquinanti disciolti in acqua, rispetto ai limiti imposti dalla normativa. Questo superamento è stato immediatamente comunicato agli enti competenti, cioè Arpa e Libero Consorzio di Caltanissetta”.