Gela. Questa volta, dai banchi della Dda di Caltanissetta e da quelli dei difensori, sono arrivate domande legate soprattutto ai rapporti tra il presunto nucleo agrigentino, in Germania, e Ivano Martorana, che gli inquirenti considerano uno dei riferimenti del boss sessantenne Salvatore Rinzivillo. A rispondere, in aula, è stato un altro agrigentino, che vive e lavora in Germania. Alcuni degli imputati nel filone processuale “Cleandro”, si sarebbero mossi tra i cantieri avviati in alcune città tedesche, attraverso società riferibili a siciliani presenti su quel territorio. Secondo gli investigatori, la base logistica tedesca sarebbe servita per organizzare un vasto traffico di droga, a supporto della famiglia di mafia. I rapporti tra gli Spiteri e i Gueli e il ruolo di Martorana, ingegnere finito a sua volta nell’inchiesta madre “Extra fines” e condannato in altri filoni processuali, sono stati tra i passaggi dell’esame del testimone, che ha risposto davanti al collegio penale, presieduto dal giudice Roberto Riggio (a latere Marica Marina ed Eva Nicastro). Ha spiegato di conoscere alcuni dei coinvolti solo nell’ambito della comunità agrigentina, ormai stabilita in Germania, e per ragioni di lavoro.
Sono a dibattimento, con l’accusa di essere stati vicini al boss Rinzivillo, soprattutto per il traffico di droga, Riccardo Ferracane, Francesco Doddo, Giuseppe Cassaro, Vincenzo Spiteri e Gabriele Spiteri. Tra gli altri, sono difesi dai legali Flavio Sinatra, Angelo Cafà, Giovanni Lomonaco e Walter Tesauro. Le richieste conclusive dei pm verranno formalizzate a dicembre.