Gela. Amministrazione comunale in aula sul caso Eni e tensione sempre più alta tra le decine di operai dell’indotto presenti in consiglio comunale.
“Il tavolo da spostare subito in prefettura”. Per molti di loro, gli ultimi ammortizzatori sociali stanno per scadere e, allo stato attuale, le parti del confronto ministeriale non hanno ancora trovato i fondi necessari alla copertura delle tranche straordinarie da destinare agli operai rimasti fuori dal ciclo produttivo. “Abbiamo già chiesto di spostare urgentemente il confronto in prefettura a Caltanissetta – ha detto l’assessore Simone Siciliano – la partita si deve giocare subito. Ad Eni abbiamo chiesto, inoltre, di anticipare alcuni cantieri della green refinery che invece dovrebbero partire da marzo del prossimo anno e impiegare subito operai dell’indotto. Non escludiamo che una parte delle compensazioni da 32 milioni di euro possano servire ad avviare lavori comunali e, anche in questo caso, gli operai dell’indotto verranno coinvolti”.
“Non ci pagano neanche le fermate in altre regioni”. La risposta dei lavoratori, però, è stata tutt’altro che felice. Diverse operai hanno preso la parola per ribadire che per loro non esistono alternative al lavoro in fabbrica. “Siamo andati in altre regioni per una serie di lavori straordinari – ha detto uno di loro – aspettiamo ancora di essere pagati per attività svolte tra febbraio e marzo. Come si deve vivere con la cassa integrazione che ritarda da mesi?”. Il sindaco Messinese è stato incalzato sia dal democratico Giuseppe Ventura che dall’esponente del Polo Civico Guido Siragusa. “Bisogna dare tempi certi a questi operai – hanno detto – i lavori per la piattaforma Prezioso K non basteranno a coprire la fame di lavoro”. Il punto nevralgico rimane quello della copertura degli ammortizzatori sociali. Senza fondi da stanziare, non sarà possibile coprire le richieste. Chi deve farlo? “Non è competenza del comune – ha proseguito Siciliano – ma stiamo interloquendo con tutti, dalla regione al ministero, affinché arrivi la copertura. Abbiamo parlato con nostri rappresentanti in parlamento per verificare la possibilità di riprendere dai cassetti una legge che favorisce l’uscita dal lavoro degli esposti all’amianto”. Salvatore Gallo del Pd, l’indipendente Carmelo Casano e Vincenzo Cascino di Un’Altra Gela si sono detti pronti, come i loro colleghi, ad appoggiare azioni plateali purché si mantenga l’occupazione in città. “La raffineria è morta – hanno urlato in aula diversi operai – cosa dobbiamo fare con gli ammortizzatori sociali scaduti?”. Tra vertici ministeriali, tavoli in prefettura e verifiche tecniche, il rischio concreto è di perdere anche l’ultimo treno per oltre mille operai, da anni impegnati tra gli impianti della raffineria di contrada Piana del Signore. “Se non dovessero arrivare risposte – ha ammesso il sindaco Domenico Messinese – andremo tutti davanti al parlamento!”.
I lavoratori di Eurotec dicono no alle proposte dell’azienda. Intanto, i lavoratori di Eurotec hanno respinto la proposta aziendale di rimodulare gli accordi di secondo livello, con il taglio di diverse indennità e una quattordicesima mensilità garantita in base alle prestazione rese da ciascun dipendente. In trenta hanno detto no mentre ventidue hanno votato sì alle modifiche. Anche in questo caso, potrebbe aprirsi un nuovo fronte di crisi. I responsabili aziendali avevano chiesto una rivisitazione degli accordi di secondo livello con l’obiettivo di ridurre i costi ed essere più competitivi anche su mercati diversi da quelli locali.