Gela. Non ci sono le condizioni per rivedere il provvedimento di confisca, già disposto, del cinquanta per cento delle quote della società Itc srl e dell’intera area aziendale, comprensiva dei fabbricati. Dopo i giudici della Corte di appello di Catania, anche quelli di Cassazione non hanno accolto il ricorso avanzato dalla difesa dell’imprenditore cinquantenne Giuseppe Trubia. L’azione era stata avanzata, davanti ai giudici catanesi, nel tentativo di ottenere la revocazione della confisca, che secondo la difesa fu disposta senza tenere in considerazione diversi elementi. L’imprenditore ha sempre spiegato di essere stato estraneo a vicende collegate alla criminalità organizzata locale e di aver più volte denunciato minacce e intimidazioni. La difesa ha anche indicato la sua assoluzione nel procedimento sull’intestazione della discoteca “Caligola”, sulla quale, secondo gli investigatori, ci sarebbero stati forti interessi della criminalità organizzata. Trubia, negli scorsi anni, ottenne provvedimenti favorevoli, di revoca di altre misure sui suoi beni, che gli vennero poi restituiti. Il cinquanta per cento delle quote societarie della Itc e l’area di pertinenza dell’azienda, invece, rimangono sotto confisca. Secondo i giudici romani, che si sono espressi sul ricorso, i magistrati della Corte d’appello di Catania hanno respinto la revocazione, attraverso una valutazione corretta degli elementi disponibili.
La difesa di Trubia ha, tra le altre cose, escluso che nel periodo oggetto degli accertamenti ci fosse una sproporzione tra i redditi e le sue attività. Il ricorso in Cassazione è stato presentato proprio per ottenere una pronuncia che potesse ribaltare quella della corte etnea. Anche i giudici romani, però, hanno escluso i presupposti per la revocazione della confisca. La procura generale, con conclusioni scritte, ha richiesto di respingere il ricorso della difesa dell’imprenditore.