Gela. Oggi, incontreranno altri genitori, che si trovano ad assistere figli autistici. I responsabili dell’associazione “Gelautismo”, ad inizio settimana, hanno invece avuto una riunione con l’assessore Nadia Gnoffo. Concetta Monachella, Simona La Rosa e Luisa Infurna, del direttivo, hanno trovato aperture dall’assessore. L’incontro si è tenuto alla presenza del consulente legale dell’associazione, l’avvocato Livio Aliotta. Le mamme e tutte le famiglie con pazienti autistici, in città non trovano servizi e anche il centro diurno, nonostante la consegna dei locali ad Asp, non decolla per nulla. “In questo primo incontro abbiamo raccontato della difficile quotidianità di chi convive con l’autismo. Abbiamo rimarcato come in questo territorio, la mancata presa in carico del disabile e della famiglia, sia cronica. Abbiamo parlato della fragilità dei bambini che arrivano alla diagnosi senza avere la possibilità di avere cure immediate e della disperazione degli adulti, che terminato il ciclo scolastico, non hanno strutture adatte, centri diurni, che diano dignità e senso alle loro giornate. Abbiamo parlato – spiegano le componenti del direttivo – del servizio Asacom nelle scuole, di quanto sia indispensabile nella relazione tra il bambino-ragazzo autistico e il gruppo classe. Abbiamo chiesto che sia un servizio tempestivo, stabile, utile. Abbiamo chiesto di censire la disabilità, perché i numeri indicano la portata del bisogno, attraverso i Pai, un progetto di assistenza e cura individualizzato. Abbiamo parlato a valanga, perché questa città può fare un salto di civiltà solo occupandosi dei più fragili. Abbiamo raccontato, parlato, chiesto”.
L’assessore Gnoffo, per le componenti di “Gelautismo”, si è mostrata “materna”, soprattutto in termini di “solidarietà femminile”. “Si è impegnata con noi nel garantire priorità a queste tematiche in tempi brevi”, spiegano. “I nostri bambini, i nostri ragazzi, gli adulti autistici e le loro famiglie aspettano da troppo tempo supporti adeguati, inclusione. Attendiamo un giorno nuovo che ci mostri una ritrovata umanità e che ci permetta di affrontare con meno paure l’incubo del dopo di noi”.