Sospetti sull’uso di un motore di una barca, assoluzione per i tre coinvolti

 
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Gela. L’indagine, collegata ad altri approfondimenti investigativi intanto avviati per diversi furti al porto rifugio, si concentrò sull’uso di un motore di un’imbarcazione, che risultò di origine sospetta, per gli inquirenti probabilmente rubato. Fatti che hanno portato la procura a chiedere due condanne e un’assoluzione. Al termine dell’istruttoria dibattimentale, il collegio penale presieduto dal giudice Miriam D’Amore ha invece assolto i tre imputati. “Il fatto non sussiste”, questa la formula usata nel dispositivo letto in aula. L’assoluzione è stata emessa per Antonino Di Modica, Vincenzo Di Dio e Angelo Cannizzo. Nei confronti di Di Modica e Di Dio, la procura aveva concluso per la condanna. La decisione del collegio penale, invece, ha escluso che l’uso di quel motore abbia comportato un reato. Per Di Modica erano stati chiesti quattro anni di reclusione e due anni per Di Dio (con l’accusa di favoreggiamento). Contestazioni che i difensori, gli avvocati Riccardo Lana e Stefania Valente, hanno escluso, ritenendo che non siano mai emersi elementi chiari per individuare non solo possibili ipotesi illecite ma anche l’eventuale origine sospetta del motore.

I pm, l’assoluzione l’avevano già chiesta per Cannizzo, difeso dall’avvocato Nicoletta Cauchi. Già in fase istruttoria, le difese avevano avanzato consistenti dubbi su un possibile coinvolgimento dei tre e sulla natura delle accuse mosse.

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