“Gravi criticità sui controlli interni”, ancora Corte dei Conti: “Assenti per partecipate”

 
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Gela. Non solo le “gravi criticità” dei numeri finanziari del Comune, almeno in base ai dati dei rendiconti 2017, 2018 e 2019 e del bilancio di previsione 2018-2020, ma anche i controlli interni all’ente sono finiti sotto la lente dei magistrati contabili. A Palazzo di Città, in base ad una nuova deliberazione della Corte dei Conti, manca un sistema efficiente per i controlli di regolarità amministrativa e contabile, per quello strategico, per il controllo di gestione e per le verifiche sulle partecipate. Ancora una volta, le conclusioni dei magistrati palermitani non lasciano molto spazio ai dubbi. I giudici della sezione di controllo hanno valutato i rapporti trasmessi dal Comune per gli anni 2017, 2018 e 2019. Le conclusioni sono decisamente negative. “Emergono gravi e rilevanti criticità, nonché la mancata o inadeguata implementazione di molteplici tipologie di controllo previste dalla normativa vigente”, scrivono i giudici. La struttura comunale, da quanto emerge, non assicurerebbe le necessarie verifiche interne, previste dalla normativa, né quelle sulle partecipate. L’amministrazione e il segretario generale hanno inoltrato delle loro conclusioni, che allo stato i giudici ritengono non sufficienti. Anche sul piano delle ristrettezze del personale, da destinare a queste funzioni, i giudici non ammettono troppe osservazioni. “Preso atto delle osservazioni del Comune, rileva che non appare accoglibile la giustificazione fornita in ordine alla carenza di personale, che appare pretestuosa in un ente di così rilevanti dimensioni”, si legge nella deliberazione. I giudici aggiungono che “l’ente è, pertanto, invitato a investire risorse umane e strumentali nella implementazione di un efficace sistema dei controlli interni, al fine di non eludere le finalità del legislatore, attraverso il depotenziamento degli uffici di controllo, scelta che produrrebbe la inevitabile conseguenza disciplinata dal comma 4 del citato art.148 TUEL”. Le sanzioni potrebbero essere di una certa consistenza, visto che il Testo unico degli enti locali stabilisce che in materia di carenze nei controlli interni “ le sezioni giurisdizionali regionali della Corte dei conti irrogano agli amministratori responsabili la condanna ad una sanzione pecuniaria da un minimo di cinque fino ad un massimo di venti volte la retribuzione mensile lorda dovuta al momento di commissione della violazione”. Carenze sono state riscontrate su ogni aspetto dei controlli interni e addirittura la Corte dei Conti sconfessa la scelta, allora assunta dal commissario Rosario Arena, di annullare il provvedimento che sotto la giunta Messinese aveva istituito il nucleo per il controllo gestione. “Si rileva che il regolamento per la disciplina dei controlli interni, approvato con delibera di Consiglio comunale n. 57 del 28 maggio 2013, prevede, all’art 6, che il controllo strategico è disciplinato dal Regolamento sul sistema integrato dei controlli interni dell’ente e dispone che le attività di controllo strategico sono espletate dal “Nucleo per il Controllo di Gestione” – si legge nella deliberazione – che ha il compito di elaborare rapporti periodici e di trasmetterli all’organo esecutivo e al consiglio per la successiva predisposizione di deliberazioni consiliari di ricognizione dei programmi”, organo interno che (come già riportato) è stato soppresso dall’ente”. Concentrare tuto il sistema dei controlli sull’Organismo indipendente di valutazione, per la sezione di controllo non è la strada giusta. “Appare ancora più censurabile quanto emerso nella citata delibera n.340 del 13 dicembre 2020, nella quale si richiama il rilievo dell’O.I.V. relativo al fatto che l’ufficio di controllo di gestione “allo stato attuale è stato delegato all’assessore al bilancio e finanze”, soluzione assolutamente non conforme al principio della distinzione delle funzioni tra organi politici e organi gestionali e di controllo”, aggiungono i giudici. La Corte dei Conti si prepara invece ad un preciso “focus” sull’assenza di un sistema di monitoraggio delle partecipate comunali. Su questo aspetto, manca la documentazione richiesta agli uffici comunali, che non l’avrebbero ancora trasmessa.

“Appare chiaro che il Comune di Gela non ha colto l’importanza e le potenzialità di tale tipologia di controllo, essenziale per fornire all’ente prima e alla magistratura contabile dopo le informazioni necessarie per governare e controllare il nevralgico settore delle partecipate, sempre a rischio dal punto di vista di possibili abusi dello strumento societario rispetto ai vincoli di finanza pubblica, nonché rispetto alla salvaguardia degli equilibri di bilancio, primario obiettivo di tutto il sistema dei controlli interni. La Sezione effettuerà uno specifico focus su tale tipologia di controllo, evidenziando fin d’ora che l’implementazione del controllo sugli organismi partecipati appare del tutto assente”, riportano i giudici nelle motivazioni rilasciate con la deliberazione. La Corte ha “preso atto” di quanto indicato dal segretario generale Loredana Patti, che in alcune note, ha delineato che è in atto un progetto di “riforma” del sistema dei controlli interni al municipio. “In sede di Piano della performance 2021/2023–Piano dettagliato degli obiettivi 2021, approvato di recente con deliberazione della G.C. n.189/2021, è stato assegnato all’Ufficio del Segretario Generale l’obiettivo operativo consistente nella riforma organica del sistema dei controlli interni sulla base delle seguenti direttrici: effettività, semplificazione, coordinamento tra le diverse tipologie di controllo, collegamento con il PTPCT e digitalizzazione”. La Corte dei Conti, dopo i numeri finanziari dell’ente, tiene sotto osservazione anche i controlli interni, per ora assai carenti.

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