Debiti, Tekra e riscossione ferma, Corte Conti: “Difformità da sana gestione e criticità”

 
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Gela. I numeri finanziari del Comune sono stati passati in rassegna dalla sezione di controllo della Corte dei Conti e i profili di forte preoccupazione non mancano. Anche il rendiconto 2020, che verrà valutato dall’assise civica la prossima settimana, a questo punto sarà sotto stretta osservazione. I magistrati contabili hanno sollevato diverse obiezioni sulla situazione dell’ente, almeno in base all’analisi dei rendiconti 2017, 2018 e 2019 e del bilancio di previsione 2018-2020. La situazione complessiva, nelle conclusioni finali, viene indicata facendo riferimento a più “profili di criticità”. L’attuale amministrazione comunale sta cercando di adottare soluzioni, comunque non semplici dopo un passato, a sua volta fortemente monitorato dalla Corte dei Conti. Se il rendiconto 2020 deve essere ancora approvato e l’assise civica è convocata per la prossima settimana, il bilancio di previsione, portato in aula dall’assessore Danilo Giordano e dai tecnici del settore, è invece stato approvato prima della pausa estiva (non accadeva da anni). Proprio sui tempi lunghi per l’approvazione degli strumenti finanziari, i giudici palermitani, dopo aver sentito il sindaco Lucio Greco, il dirigente Alberto Depetro, lo stesso assessore Danilo Giordano, i revisori e il segretario generale Loredana Patti, hanno concluso sostenendo che è emerso “il ritardo nell’approvazione dei documenti contabili rispetto ai termini di legge”. Sul Comune, continuano a gravare pesi enormi per i debiti fuori bilancio. I giudici fanno riferimento “all’elevato importo di debiti fuori bilancio riconosciuti nell’esercizio 2019 (in particolare quelli di cui alla lettera d dell’art.194 TUEL) e la rappresentazione lacunosa e incompleta dei dati forniti”. Addirittura, per i magistrati ci sarebbe una “sottovalutazione del problema da parte dell’ente”, rifacendosi a quanto sostenuto dai revisori. “In sede istruttoria è stato chiesto all’ente di comunicare l’ammontare complessivo dei debiti fuori bilancio da riconoscere al 31.12.2019 e di quelli emersi fino alla data di approvazione del rendiconto 2019 (e le relative fonti di copertura), da esporre separatamente, distinguendoli secondo la ripartizione per tipologia di cui all’art 194 del TUEL e fra : – debiti riconosciuti e finanziati; – debiti riconosciuti e non finanziati; debiti non riconosciuti e non finanziati; è stato altresì chiesto, altresì, di riferire in maniera chiara e con l’ausilio di un prospetto in merito all’evoluzione e allo stato della situazione debitoria negli esercizi 2018 e 2019. L’organo di revisione nella risposta istruttoria dichiara – si legge nella deliberazione della Corte dei Conti – che il dirigente del settore finanziario non ha fornito al collegio dei revisori i dati necessari alla compilazione dei prospetti e non fornisce alcun chiarimento in merito, rappresentando anche nella memoria del 31 agosto 2021 di concordare “pienamente con quanto rilevato dalla Corte dei Conti in merito alla rappresentazione lacunosa dei DFB, dovuta, a parere del Collegio, alla sottovalutazione del problema da parte dell’ente. E’ assolutamente necessario, stabilire un collegamento tra l’ufficio contenzioso e le varie aree dirigenziali al fine di cristallizzare la situazione debitoria dell’ente”. Quasi un capitolo specifico è riservato ai rapporti con Tekra. Tra il Comune e l’azienda, che continua a gestire in proroga il servizio rifiuti, ci sono diversi contenziosi, uno ancora in atto. Una parte dei debiti fuori bilancio si lega proprio al servizio rifiuti. “In ordine ai rapporti con la società Tekra s.r.l., il magistrato istruttore ha rappresentato che una parte consistente dei DFB sono costituiti da debiti che il Comune ha maturato nei confronti della medesima società, che gestisce il servizio RSU e che si sono generati a causa del disallineamento tra il costo del servizio e il gettito TARI. L’Organo di revisione, nel parere reso in data 10 maggio 2016, addebitava la causa della formazione di tali debiti all’utilizzazione dei capitoli destinati al pagamento del canone per le spese relative ai servizi aggiuntivi. Tale criticità ha inizio nel 2014 e sembrerebbe aver trovato soluzione nell’esercizio 2019, a seguito dell’approvazione da parte del Commissario straordinario della nuova tariffa TARI (delibera n. 21 del 22/03/2019), anche se permane la questione del pagamento dei debiti già maturati a causa della differenza tariffaria, spesa non prevista in bilancio e che ha generato debiti fuori bilancio. Da quanto riportato nella delibera del Commissario straordinario n. 95 del 09/11/2018, relativa alle misure correttive, risulta che i debiti nei confronti della Tekra s.r.l. ammonterebbero, alla data del 01/04/2018, a euro 11.387.000,00 per sorte capitale. Una parte di questa somma – è riportato nella deliberazione – riguardante due decreti ingiuntivi, per l’importo complessivo di euro 7.654.860,96, è stata oggetto di un accordo transattivo, approvato con delibera del Commissario straordinario n. 349 del 31/12/2018. Dell’importo di € 7.654.860,96 è stata rateizzata la somma di € 6.534731,12 con 5 rate da € 1.200.000,00 annui e una rata a saldo di € 534.731,12. Il magistrato istruttore rilevava, infine, che non si hanno notizie riguardo alle restanti somme dovute (non oggetto di questo accordo) e dei debiti maturati successivamente alla data del 01/04/2018 e che l’accordo transattivo è stato deliberato con il parere favorevole dell’Organo di revisione, ma a condizione che la sua approvazione fosse preceduta dal riconoscimento del debito fuori bilancio da parte del Consiglio comunale, ma dalla documentazione agli atti non risulta che sia stato seguito questo procedimento, punto che necessita di chiarimenti”. I tecnici del Comune hanno fornito i numeri. Si dà atto che la transazione con la società Tekra srl autorizzata con delibera del Commissario Straordinario in sostituzione del Consiglio Comunale n. 349 del 31/12/2018 dell’importo complessivo di € 7.654.860,96 comporta per l’ente un esborso di € 100.000,00 al mese e deriva da due decreti ingiuntivi non opposti; ad oggi (agosto 2021) di tale somma risultano già pagati € 4.320.129,00 e rimangono da pagare € 3.334.730,00 , mentre un terzo decreto ingiuntivo è stato opposto ed è oggetto di contenzioso per € 4.307.603,02 e lo stesso è ancora m corso. Si dà atto che i suddetti debiti verso Tekra srl non derivano da una non congrua previsione di spesa nei Bilanci di Previsione dal 2015 al 2018 del Servizio di Raccolta rifiuti solidi urbani, che puntualmente riportavano le somme in entrata ed in uscita bastevoli e secondo le previsioni delle proposte di PEF di ciascun anno ( di solito tra circa i € 9.500.000, ed i 10.500.000,00 ), ma da un atteggiamento del Consiglio Comunale di quegli anni che, nonostante le proposte di Consiglio ogni anno venivano predisposte per aggiornare le Tariffe TARI al PEF, non venivano Deliberate dal Consiglio Comunale entro il termine perentorio di approvazione del Bilancio di previsione e, pertanto, gli stanziamenti previsti in entrata e in spesa si finanziavano limitatamente ai vecchi stanziamenti approvati nell’ esercizio 2014 (circa € 7.200.000,00 ) primo ed ultimo PEF approvato in Consiglio, ma non più adeguato al nuovo servizio di raccolta rifiuti solidi urbani porta a porta e sottostimati per il nuovo servizio che veniva reso. Si dà atto comunque che dal 2019 la problematica dell’approvazione delle tariffe TARI e adeguamento ai rispettivi PEF è stata risolta infatti, con Deliberazione del Commissario Straordinario in sostituzione del C.C. n. 21 del 22/03/2019, è stato approvato il PEF 20219 ed adeguate le corrispondenti tariffe TARI 2019 al costo complessivo del Servizio raccolta rifiuti per un importo di € 10.995.640,22. successivamente con Delibera di Consiglio Comunale n. 121 del 30/09/2020 sono state confermate le tariffe TARI 2019 anche per il 2020 nelle more che si approvasse il nuovo PEF 2020 con il metodo Arera. Si dà atto che con Delibera di C.C. n. 140 del 30/07/2021 è stato approvato il PEF 2020 ed adeguate le tariffe TARI 2020 rilevandosi il costo complessivo del Servizio raccolta rifiuti per un importo complessivo di € 12.783.840,00. Contestualmente con Deliberazione di C.C. n. 141 del 30/07/2021 è stato approvato il PEF 2021 con corrispondente adeguamento delle tariffe TARI 2021, rilevandosi il costo complessivo del Servizio raccolta rifiuti per un importo complessivo di € 13.381.221,00”, così è riportato nella relazione trasmessa ai giudici della sezione di controllo. I magistrati, su questo punto, hanno concluso con un “rilievo fortemente critico in ordine alla rappresentazione lacunosa e inattendibile dei debiti fuori bilancio, in quanto i dati riportati dall’ente non risultano tra loro coerenti, soprattutto per quanto concerne l’evoluzione della situazione debitoria e mancano di ogni previsione futura, fatta eccezione per il rischio contenzioso”.

Analizzando i dati dei rendiconti 2017, 2018 e 2019 e del bilancio di previsione 2018-2020, atti concentrati tra l’ex amministrazione Messinese, la fase commissariale e la giunta Greco, i giudici scrivono di “profili di irregolarità contabile e criticità per gli equilibri di bilancio, nonché di difformità dalla sana gestione finanziaria”. Palazzo di Città, in base a quanto accertato dai dati, fa ancora fatica a riscuotere le somme dovute come tributi. La percentuale di mancati pagamenti è molto alta, generando buchi negli introiti. “Una bassa percentuale di riscossione dei residui relativi alle entrate proprie: 16,9% nel 2017, 10,2% nel 2018 e 18,5% nel 2019”, viene riportato nella deliberazione. Per i magistrati della Corte dei Conti, l’ente soffre di “una rilevante incapacità nell’organizzazione e attuazione dell’attività di recupero dei crediti e della riscossione dei tributi”. Su Imu-Tasi, la percentuale di riscossione è al 2,1% nel 2017 e al 7,4% nel 2019. Sulla Tari per i rifiuti, invece, la riscossione, negli stessi anni, è “sostanzialmente a zero”. Anche il mantenimento delle partecipazioni nelle società consortili “Gal Valli del Golfo” e “Gac Unicità del Golfo”, per i giudici è da considerarsi non in linea con i parametri. Gli accertamenti hanno toccato, inoltre, i rapporti tra il Comune e Ghelas, la multiservizi dell’ente. Anche in questo caso vengono sollevati “profili critici”, dopo l’analisi della delibera del consiglio comunale dello scorso anno, che approvò il debito fuori bilancio “derivante dalla ricapitalizzazione della società partecipata Ghelas Multiservizi spa per perdite maturate al 31-12-2018”. “Sul punto non risulta che il Comune di Gela, come richiesto dal TUSP e dalla giurisprudenza contabile, abbia dimostrato lo specifico interesse pubblico dell’operazione (e la compatibilità con la legislazione dell’unione europea sugli aiuti di Stato), verificando preventivamente la possibilità di assicurare una continuità aziendale finanziariamente sostenibile (in particolare attraverso un piano di risanamento), fondata su una previa e approfondita analisi delle cause gestionali delle perdite e sulla convenienza economico-finanziaria del mantenimento in vita della società (con conseguente affidamento in house dei servizi) rispetto agli altri modelli di gestione dei servizi (esternalizzazione mediante gara, gestione diretta, ecc.), atteso il divieto del mero soccorso finanziario sancito dall’art. 14 del TUSP (d. lgs. n. 175/2016)”. La strategia comunale non ha convinto i magistrati della sezione di controllo che sulla questione del debito Ghelas hanno concluso sostenendo che “l’operazione di ricapitalizzazione della società in esame, avente evidenti riflessi sulla finanza del Comune, appare non conforme ai dettami del sistema normativo che governa e regolamenta la gestione e il finanziamento delle partecipate locali”. La tenuta finanziaria dell’ente sarà probabilmente uno dei passaggi amministrativi cruciali, anche nella fase di rilancio successiva alla crisi politica. Il sindaco Lucio Greco ha più volte dichiarato, anche in consiglio comunale, che l’azione della sua amministrazione è improntata al risanamento e toccherà all’assessore Giordano (riconfermato) e ai funzionari del settore tentare di superare le osservazioni mosse dalla Corte dei Conti.

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