Gela. Sarà ancora la Corte di Cassazione a pronunciarsi sul sessantenne Salvatore Rinzivillo, detenuto sotto regime di 41 bis e considerato nuovo capo dell’omonima famiglia di Cosa nostra. E’ stata fissata, per il prossimo giugno, la trattazione del nuovo ricorso avanzato dai suoi legali, gli avvocati Roberto Afeltra e Annarita Franchi. I giudici romani, ad inizio anno, avevano già annullato la condanna del sessantenne, sul punto del metodo mafioso e dell’aver favorito il clan. Una pronuncia che, a seguito di rinvio, fece ritornare la vicenda davanti ai giudici della Corte d’appello di Roma, che però hanno disposto una riduzione della pena di soli sei mesi, partendo dai dieci anni e otto mesi di reclusione che gli sono stati imposti nel filone “Druso” della maxi inchiesta che colpì Rinzivillo e i suoi fiancheggiatori. Per i legali che lo assistono, nel giudizio di appello bis non sarebbero stati tenuti in considerazione gli elementi indicati dalla Cassazione, nella prima pronuncia. Così, è stato proposto un secondo ricorso, che verrà trattato a giugno.
Rinzivillo, che fu arrestato a seguito del blitz “Extra fines”, è coinvolto in più filoni processuali e ha già incassato pesanti condanne, perché considerato a capo del nuovo corso della famiglia di mafia, con interessi anche in altre Regioni italiane e fuori dai confini nazionali, dove si sarebbe sviluppato anche un traffico di droga. Nella vicenda che arriverà ancora in Cassazione, all’imputato vengono contestati reati legati alle estorsioni ad alcuni esercenti della capitale, con pesanti minacce e danneggiamenti.