Gela. Il giudice civile del tribunale si è riservato di decidere sulle richieste istruttorie, nel procedimento avviato dai familiari della sessantaquattrenne Giuseppa Scilio. La donna, due anni fa, morì a causa delle gravissime conseguenze riportate nell’esplosione, verificatasi nell’area del mercato rionale di via Madonna del Rosario. La deflagrazione partì da una rivendita ambulante di rosticceria, a causa di una bombola gpl. Le conseguenze furono terribili, con diversi feriti e la successiva morte della stessa Scilio e di un’altra donna, Tiziana Nicastro. I legali dei familiari della sessantaquattrenne, gli avvocati Gionata Virga e Seba Virga, hanno avanzato le rispettive richieste e in giudizio hanno citato sia il Comune che Eni. L’ente è ritenuto responsabile poiché proprietario dell’area di via Madonna del Rosario. Secondo i legali, inoltre, non ci sarebbero stati i necessari controlli, anche in materia di sicurezza. Il Comune è rappresentato dall’avvocato Gabriella Giandinoto. Eni, invece, è stata chiamata a rispondere, perché la bombola che generò l’esplosione, utilizzata nella rivendita di rosticceria, era stata prodotta da Agip, che fa parte del gruppo multinazionale. L’azienda, che esclude un coinvolgimento in quanto accaduto, è rappresentata dall’avvocato Stefano D’Ercole.
Tutte le parti si sono regolarmente costituite. Nel ricorso proposto dai legali della famiglia della sessantaquattrenne morta viene chiesto un risarcimento danni non inferiore ai due milioni di euro. Dopo i fatti del mercato di via Madonna del Rosario, partì un’inchiesta penale, coordinata dai pm della procura, che ha interessato soprattutto il titolare della rivendita, che generò l’esplosione, fatale per Scilio e Nicastro. Su questo fronte, si attende il provvedimento di conclusione delle indagini e l’eventuale richiesta di rinvio a giudizio.