Gela. L’addetto stampa voluto dall’ormai ex amministrazione Fasulo non avrebbe potuto ricevere l’incarico perché non iscritto all’albo dei giornalisti professionisti.
Con questa motivazione è scattata l’imputazione coatta per l’ex sindaco Angelo Fasulo e per il suo consulente alla comunicazione, il giornalista Jerry Italia.
La decisione è stata adottata dal giudice delle indagini preliminari Veronica Vaccaro. Il sindaco uscente, sconfitto alla recenti amministrative dall’esponente del Movimento 5 stelle Domenico Messinese, dovrà rispondere di abuso d’ufficio. Sia Fasulo che Italia dovranno presentarsi davanti al giudice dell’udienza preliminare che dovrà decidere sull’eventuale rinvio a giudizio.
Le accuse nei loro confronti scaturiscono da un esposto presentato da un giornalista locale.
Stando alle accuse, Jerry Italia non avrebbe potuto assumere l’incarico di consulente del primo cittadino, attività condotta per l’intera durata della sindacatura Fasulo, perché non iscritto all’albo dei giornalisti professionisti.
Il giornalista, rappresentato dall’avvocato Concetta Di Stefano, ha impugnato tutti i provvedimenti che condussero alla nomina di Italia. Accuse, comunque, respinte sia dall’ex consulente del sindaco che dallo stesso Fasulo. La procura, davanti ad elementi non concordanti soprattutto sul fronte della normativa in materia, aveva già chiesto l’archiviazione per entrambi gli indagati. Alla richiesta di archiviazione si è opposto proprio il giornalista. Davanti ad una seconda richiesta di archiviazione giunta dalla procura, è stata direttamente il gip Veronica Vaccaro a disporre l’imputazione coatta. La difesa di Italia, rappresentata dall’avvocato Filippo Spina, ha sostenuto l’infondatezza delle accuse.
La legge finanziaria richiamata dal legale non avrebbe inciso sulla normativa in materia di svolgimento dell’attività giornalistica: in sostanza, non ci sarebbe stato alcun vincolo alla scelta di un pubblicista come Italia nel ruolo di consulente del sindaco, incarico peraltro già svolto per conto dell’amministrazione comunale di Bagheria.
“Ho scelto un consulente alla comunicazione – spiega l’ex primo cittadino Angelo Fasulo – perché non c’erano le risorse economiche per garantire la formazione di un vero e proprio ufficio stampa. Tutto è avvenuto seguendo la normativa in materia. In un comune come il nostro, formare un ufficio stampa sarebbe costato circa 250 mila euro”.
Proprio nelle scorse settimane, l’Ordine regionale dei giornalisti ha invece contestato, perché in contrasto con la normativa in materia, l’avviso pubblico voluto dall’attuale amministrazione comunale e rivolto alla ricerca di un caporedattore da inquadrare nei ruoli di Palazzo di Città. L’avviso, secondo i vertici dell’ordine, è rivolto solo ai professionisti, danneggiando i giornalisti pubblicisti.