Gela. L’indagine si mosse intorno all’utilizzo di un motore, destinato ad un’imbarcazione. Ci sarebbero state irregolarità e il sospetto della provenienza illecita. Le verifiche degli inquirenti si concentrarono sulle attività al porto rifugio, poi interessato anche da un’inchiesta più ampia su un giro di furti, anche di carburante. Questa mattina, il pm Ubaldo Leo, a conclusione della requisitoria, ha chiesto la condanna a quattro anni di detenzione, per Antonino Di Modica. Sarebbe stato lui ad avere il ruolo principale, in quello che viene considerato un riciclaggio del motore, ritenuto di origine furtiva. La condanna a due anni di detenzione è stata chiesta per un altro imputato, Vincenzo Di Dio, ritenuto responsabile di favoreggiamento, rispetto ad una fattura che fu sottoposta a verifica dagli inquirenti. L’unica assoluzione il magistrato l’ha richiesta per Angelo Cannizzo (difeso dall’avvocato Nicoletta Cauchi).
I legali di Di Modica e Di Dio, gli avvocati Stefania Valente e Riccardo Lana, hanno invece escluso qualsiasi irregolarità, mettendo in dubbio quanto concluso dal pm. Secondo la linea difensiva, non sarebbero mai emersi elementi chiari, neanche rispetto ad una possibile origine sospetta del motore, anche se gli investigatori sono certi che ci furono delle irregolarità. La decisione del collegio penale del tribunale dovrebbe arrivare ad inizio del prossimo mese.