Ddl Zan affossato, Di Cristina: “Pd avvia raccolta firme, mai passi indietro su diritti”

 
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Il segretario dem Peppe Di Cristina

Gela. La “tagliola”, che ieri al Senato ha sostanzialmente affossato il Ddl Zan, contro l’omofobia, ha colpito il fronte di chi si batte per i diritti di tutti e ancora più della comunità Lgbt. Il segretario provinciale del Pd Peppe Di Cristina va oltre i soli commenti, chiaramente critici verso la scelta supportata dal centrodestra di Lega e Fratelli d’Italia, e annuncia l’avvio di una raccolta firme, per tentare di contestare la decisione e riattivare l’iter del Ddl. “Sul tema dei diritti – dice – non possono esserci passi indietro. Non è ammissibile e un segnale forte lo vogliamo lanciare da questo territorio. Quello che è accaduto al Senato è una vergogna. Avvieremo una petizione, in tutti i Comuni della provincia”. La proposta è già pronta per essere portata alla segreteria provinciale del partito. “Spero che questa iniziativa – aggiunge Di Cristina – possa prendere il via da Gela, con un incontro pubblico alla presenza del parlamentare Alessandro Zan”.

“Un testo frutto di molteplici mediazioni, approvato in modo trasversale dalla Camera dei deputati viene mandato in cavalleria per mera propaganda politica.  A farne le spese – aggiunge Di Cristina – però sono i diritti di donne e uomini che vogliono essere tutelati nel loro orientamento sessuale, o per la loro condizione personale. Oggi quelle donne e quegli uomini sono minacciati da una politica che per interessi di parte strizza l’occhio alla parte più retriva e violenta della società. Il Pd ha sempre fatto sua la battaglia per la difesa dei diritti delle persone, rifiutando l’idea che un omosessuale, un disabile o una persona con un colore della pelle diverso da quello della maggioranza possano avere paura di amare, o semplicemente di essere sè stessi. Quanto accaduto oggi ha rallentato questa battaglia, ma non la fermerà. Perché può volerci del tempo, ma le battaglie giuste, alla fine, si vincono”.

1 commento

  1. Una legge che intende combattere la discriminazione non può , e non deve perseguire l’obiettivo con l’intolleranza, normativa molto ambigua i 16 voti in meno andateli a chiedere
    a Renzi e a liberi e uguali ,per il PD come al solito contano le bandierine

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