Slot “aggiustate” per truffare i monopoli: un anno e mezzo alla titolare di una sala di via Venezia

 
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Gela. Una doppia schermata per coprire slot machine non autorizzate dai monopoli. I controlli nella sala giochi. Un sistema che è costato la condanna ad un anno e mezzo di reclusione per la titolare di una sala giochi di via Venezia. Gli accertamenti all’interno del locale vennero effettuati da agenti della squadra mobile di Caltanissetta e da operatori della Siae. Attraverso calamite e un relè, le slot venivano attivate per consentire giocate non controllate dai monopoli. A chiedere la condanna della donna finita a giudizio, è stata il pubblico ministero Tiziana Di Pietro. L’accusa di truffa, alla fine, ha retto.

Il magnete e il relè. Forti contestazioni, invece, sono state mosse dal difensore di fiducia della titolare della sala giochi, l’avvocato Salvo Macrì. Il legale ha incentrato le sue conclusioni soprattutto intorno ai metodi di accertamento adottati durante i controlli effettuati nell’attività commerciale. “Non c’è stato alcun sequestro delle slot – ha spiegato – né è stato successivamente possibile effettuare delle verifiche sui sistemi. Peraltro, la titolare non era presente al momento dell’accertamento”. Stando al legale, la presenza di un magnete e di un relè per regolare il sistema non proverebbe che la titolare fosse a conoscenza di tutto. Alla fine, il giudice Manuela Matta ha però accolto la tesi dell’accusa.

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