Crisi politica irrisolta, “tanto rumore per nulla”

 
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Greco in consiglio con gli assessori Terenziano Di Stefano e Danilo Giordano
Gela. Molto rumore per nulla…o quasi. Già perché al giorno 17 dall’apertura ufficiale della crisi e dall’azzeramento sulla carta dell’intera Giunta comunale, poco o nulla sembra essere destinato a cambiare. E non parliamo solo dell’assetto della nuova compagine di governo che, stando alle ultime indiscrezioni dovrebbe rimanere invariata per quel che riguarda 5 poltrone su 7, ma soprattutto delle ragioni che hanno portato il sindaco ad aprire la crisi stessa e che, con molta probabilità, rischiano di rimanere irrisolte.
La sola fuoriuscita dell’Udc, reo probabilmente di non essere all’interno del cerchio magico del nuovo grande centro moderato che sta nascendo, non basta a giustificare ben due settimane di fermo amministrativo forzato e i rientri dalla finestra di Licata prima e di Malluzzo poi sono la testimonianza concreta che tutto si starebbe giocando attorno ad un complicato Risiko di poltrone nel quale ogni incastro risulta essere determinante.
Le ragioni della crisi sono ormai chiare a tutti e nulla hanno a che vedere con il rendimento più o meno negativo degli assessori dimissionari. Il prossimo Greco Ter nasce infatti dalla necessità di rispettare le troppe cambiali elettorali firmate in bianco alla nascita della coalizione Arcobaleno.
La coperta però adesso risulta essere troppo corta ed è inevitabile che ogni rimescolamento lascerà qualche alleato scontento.
Quello che però salta agli occhi oggi è che, se tutte le indiscrezioni venissero confermate, il sindaco stia scegliendo probabilmente l’opzione peggiore tra quelle disponibili per ricucire la sua maggioranza e governare per i prossimi due anni e mezzo con maggiore tranquillità, rispetto a questo inizio balbettante di sindacatura.
La scelta di aprire all’asse composta da Forza Italia, Italia Viva e Nuova Dc, sta già creando non poche fibrillazioni anche tra i sostenitori più accaniti dell’amministrazione Greco.
Il rientro di Malluzzo ad esempio rischia di rompere addirittura l’asse dei Morselli, uno dei pilastri più stabili finora del blocco lealista in consiglio. Domenica scorsa l’assessore in quota renziana sembrava praticamente fuori dalla nuova Giunta. Greco lo aveva detto apertamente agli alleati di Italia Viva e dell’ex blocco di Sicilia Futura in una lunga riunione, spiegando che al momento per i renziani non ci fosse posto.
Tutto però cambia lunedì con le voci che da Palermo raccontano della stretta di mano tra Renzi e Miccichè e della nascita dell’intergruppo tra azzurri e renziani. Malluzzo rientra prepotentemente in gioco, sembra anche con l’avvallo dello stesso Giuseppe Morselli, mentre l’altra Morselli, Romina, già scontenta per l’ingresso con tanto di assessorato pesante dei ribelli di Liberamente, invece non gradirebbe affatto il cambio di rotta che di fatto snaturerebbe gli accordi presi finora per scavallare la crisi.
Rotto l’asse Morselli in consiglio, rischia di rompersi anche ciò che resta del Patto Civico. Ma qui si gioca tutto sull’assegnazione delle deleghe. Se, come sembra, all’attuale vicesindaco Terenziano Di Stefano verrà tolta quella allo Sviluppo Economico, sembra quasi scontato l’addio di Una Buona Idea che passerebbe all’opposizione.
Opposizione che potrebbe accogliere anche lo stesso Presidente del Consiglio Salvatore Sammito, altro fedelissimo della prima ora del sindaco, che con l’accordo marcato Forza Italia Viva, vedrebbe sfumare le sue ambizioni di candidatura all’Ars. Ma, a proposito di deleghe, il sindaco potrebbe trovarsi a dover disinnescare un’altra bomba anche tra chi avrebbe formalmente accontentato. Sembra infatti che il riconfermato Assessore azzurro Nadia Gnoffo non gradirebbe affatto l’idea che la delega ai Servizi Sociali le possa essere ritirata. Dopo due anni di semina infatti, nel delicato settore è arrivato il momento di raccogliere i frutti del lavoro svolto, e per questo sarebbe pronta a difendere con le unghie e con i denti la sua delega, anche a costo di andare contro allo stesso Michele Mancuso che in questi giorni sta provando a mediare per trovare i giusti equilibri.
Una matassa insomma che anziché dipanarsi si va imbrogliando sempre di più. Se il primo cittadino dovesse confermare tutte le indiscrezioni insomma, ci ritroveremmo con una Giunta pressoché invariata, il che non giustificherebbe le ragioni dell’azzeramento e delle due settimane di stop delle attività amministrative, e con una maggioranza sempre più in subbuglio e soprattutto sempre più fragile e risicata.
Una strategia politica che oggi sembra incomprensibile ai più e che difficilmente pagherà a lungo termine. Storicamente ai siciliani viene sempre contestato l’atteggiamento gattopardesco del “Cambiare tutto per non cambiare nulla”, a Gela invece la politica è addirittura riuscita ad elaborare la sua naturale evoluzione: “Cambiare poco o nulla, per peggiorare la situazione”. Roba che neanche Tomasi di Lampedusa si sarebbe mai neanche lontanamente immaginato.
Molto rumore per nulla…o quasi, insomma, almeno fino alla prossima crisi.

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