“Eurograni”, chiuse le indagini: inchiesta pm e finanzieri su bancarotta

 
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L'operazione è stata condotta dal sostituto procuratore Federica Scuderi e dai finanzieri

Gela. I pm della procura hanno chiuso le indagini, concentrate sul fallimento della “Eurograni”, azienda per anni tra le più importanti nel mercato del brokeraggio internazionale dei grani. Lo scorso aprile, i magistrati della procura e i finanzieri fecero scattare le misure. L’inchiesta, condotta dal sostituto Federica Scuderi, si è concentrata soprattutto sulle strategie dell’imprenditore Massimo Barranco, che inizialmente sottoposto ai domiciliari, è stato poi trasferito in carcere, per aver violato la misura. Ad agosto, però, è stata revocata la detenzione e all’imprenditore (difeso dagli avvocati Flavio Sinatra e Antonio Gagliano) sono stati concessi i domiciliari. Secondo i pm della procura, avrebbe sottratto fondi al fallimento della “Eurograni”, trasferendoli ad un’altra società, la “Mediterranea”, per gli investigatori a lui riconducibile.

Tra le contestazioni, anche l’autoriciclaggio. Nell’inchiesta, come indicato dagli inquirenti, sono stati coinvolti, seppur senza misure personali, il liquidatore della Eurograni Antonio Lombardo, l’amministratore della nuova società Caterina Pirrè, Pio Di Donato e i componenti del collegio sindacale della Eurograni Alessandro Micale, Michele Catania, Vincenzo Cirignotta e Nicola Alessio Gennuso. Il riesame, per Cirignotta e Gennuso (difesi dagli avvocti Joseph Donegani ed Emanuele Maganuco), ha revocato la misura interdittiva, escludendo la sussistenza dei presupposti per applicarla. I professionisti, attraverso i loro legali, hanno sempre escluso anomalie gestionali, per sottrarre fondi al fallimento della Eurograni. Le verifiche partirono dalla contestazione di bancarotta, mossa a Barranco, estendendosi ad altri indagati.

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