Gela. “Una vera fuga in avanti che non possiamo condividere anche per i modi”.
“Non condividiamo la fuga in avanti…”. I vertici di Confindustria Centro Sicilia bollano così l’imminente incontro che, domani a Roma, vedrà l’amministrazione comunale confrontarsi con i tecnici del ministero dello sviluppo economico e con quelli della regione. Sul tavolo, c’è il caso Eni. “A Gela la situazione è ogni giorno più delicata – spiegano Marco Venturi e Carmelo Turco – sulla vicenda della riconversione della raffineria c’è un lungo percorso intrapreso che vede coinvolte tutte le parti sociali e le associazioni di categoria. Per questo, contestiamo l’iniziativa intrapresa dal comune”. Al tavolo, non ci saranno, perché non convocati, i sindacati, Confindustria, Legacoop e la stessa Eni. “Esiste un protocollo sottoscritto da tutte le parti sociali e datoriali. C’è un tavolo tecnico presso la prefettura di Caltanissetta – proseguono Turco e Venturi – a cui pure partecipa il comune di Gela. Per questo, fatichiamo a comprendere la decisione unilaterale dell’amministrazione comunale che ha scelto di lavorare secondo i vecchi metodi della politica, non condividendo le proprie determinazioni con nessuno. Occorre tenere accesi i riflettori sulla raffineria, rilanciando l’attuazione del protocollo d’intesa del 6 novembre, e giungere il più presto possibile alla definizione delle misure attuative discendenti dalla dichiarazione di area di crisi complessa da cui dipendono i 2,2 miliardi di investimenti programmati da Eni”.
Legacoop chiede cantieri per le aziende dell’indotto. Sulla stessa linea, gli esponenti di Legacoop Leonardo Licausi e Giovanni Salsetta. “Fermo restante – spiegano – che ogni istituzione ed ogni associazione è libera di incontrare chi vuole e dove vuole e che la moltiplicazione dei tavoli non ci appassiona particolarmente. Riteniamo urgente e prioritario che si sblocchino tutte le autorizzazioni inerenti il progetto d’investimento del gruppo Eni. Chiediamo inoltre che Eni, in attesa della ripresa in raffineria, individui dei siti in Italia e all’estero per dare lavoro alle imprese dell’indotto attualmente in gravissima difficoltà”.
“L’attacco dei sindacati è solo politicizzato”. Alle polemiche mosse per primi dai segretari confederali di Cgil, Cisl e Uil risponde il sindaco Domenico Messinese. “Le lamentele di metodo – dice Messinese – espresse da Cgil, Cisl e Uil, non sono per nulla condivisibili. Data la complessità dell’argomento, ci siamo fatti promotori di tutte le iniziative possibili, coinvolgendo il Mise, la prefettura, la regione in tutti i suoi apparati, il consiglio comunale e i sindacati nonché direttamente i lavoratori che in occasione dell’ultimo consiglio comunale hanno partecipato con l’intensità di chi vive il problema e non di chi se ne fa portavoce distaccato e spesso anche strumentalmente politicizzato. Sui contenuti dell’accordo di programma – prosegue il sindaco – la cui bozza è stata elaborata dalla giunta comunale, constatiamo che da chi lamenta scarso coinvolgimento, e tra essi parte del sindacato, a oggi non abbiamo ricevuto alcun contributo, neanche su temi importanti come le politiche attive per il lavoro. Argomenti per i quali l’apporto e la competenza del sindacato sarebbero stati sicuramente apprezzabili. Di contro – conclude – rimarchiamo che molti lavoratori, professionisti, e rappresentanti dei lavoratori, come Ugl e Ona, hanno contribuito spontaneamente con informazioni preziose e utili alla compilazione della bozza del documento”.