Gela. A marzo, il collegio penale del tribunale presieduto dal giudice Paolo Fiore pronunciò condanne per quasi vent’anni complessivi di carcere.
Le accuse della procura. In sette vennero ritenuti colpevoli del tentativo d’estorsione e dell’aggressione subita dal titolare del bar Del Duomo, in piazza Umberto I. Quei fatti, adesso, verranno nuovamente analizzati dai giudici della corte d’appello di Caltanissetta. I legali di difesa di diversi imputati hanno già provveduto a depositare i ricorsi di secondo grado, volti a contestare le condanne pronunciate a marzo. L’unica assoluzione venne decisa nei confronti di Vincenzo Cannizzo, difeso dall’avvocato Giacomo Ventura. La pena più pesante, quattro anni di reclusione, fu emessa nei confronti del ventiquattrenne Catalin Toma, un romeno residente in città. Tre anni e un mese, invece, per un altro cittadino romeno Adrian Uncureanu e per Nuccio Rinzivillo e Giuseppe Cannizzo. Tre anni di detenzione comminati a Roberto Di Stefano ed Emanuele Cannizzo. Sei mesi per Giuseppe Rinella. Stando alle accuse mosse dai magistrati della procura, nell’agosto di cinque anni fa, il titolare del bar, costituitosi parte civile con l’avvocato Alfredo D’Aparo, sarebbe stato inseguito e aggredito dagli imputati, tutti armati, in pieno centro storico. L’esercente trovò riparo all’interno di una vicina rosticceria. Sul posto, intervennero i militari della guardia di finanza.
La denuncia del titolare del bar. Lo stesso titolare del bar denunciò i fatti, sottolineando come la spedizione punitiva fosse scattata dopo il no al pagamento di circa cinquecento euro mensili che gli sarebbe stato imposto da Emanuele Cannizzo. I legali di difesa, durante il dibattimento e nel corso delle loro conclusioni, hanno invece contestato la ricostruzione fornita dall’esercente, ritenendola un alibi. In base alla loro linea, infatti, il titolare del bar, qualche ora prima, avrebbe aggredito lo stesso Emanuele Cannizzo all’interno di una pizzeria sul lungomare Federico II di Svevia. Il collegio, composto anche dai giudici Silvia Passanisi ed Ersilia Guzzetta, ha riconosciuto il diritto al risarcimento in favore del titolare dell’esercizio commerciale.Gli imputati sono difesi dagli avvocati Carmelo Tuccio, Giacomo Ventura, Maurizio Scicolone, Dionisio Nastasi, Francesco e Giovanni Bellino, Salvo Macrì e Carmelo Terranova.