Gela. “La scelta solitaria assunta dall’amministrazione comunale con l’incontro di martedì prossimo al ministero dello sviluppo economico sul caso Eni
è irrispettosa dell’istituzione prefettura”.
“L’amministrazione comunale dice una cosa e poi ne fa un’altra!”. I segretari confederali di Cgil, Cisl e Uil non usano mezzi termini davanti alla decisione della giunta Messinese di confrontarsi direttamente con i tecnici del ministero, in assenza delle parti sociali. I segretari Ignazio Giudice, Emanuele Gallo e Maurizio Castania ricordano l’impegno assunto, non solo in prefettura a Caltanissetta ma anche tra i tavoli della regione, legato ad una condivisione delle scelte tra tutte le parti della trattativa. “Nessun’amministrazione – scrivono – può pensare di dire una cosa e fare poi l’opposto. Nessun amministratore può decidere di avere la valigia pronta per Roma e ricordarsi solo il giorno prima dei lavoratori e di chi li rappresenta”. Il riferimento dei tre sindacalisti è alla convocazione ricevuta nelle scorse ore dalla giunta, nel tentativo di fare il punto della situazione. “Il mondo del lavoro, ogni singolo lavoratore del diretto e dell’indotto – continuano – aspettano da mesi risposte concrete dalle istituzioni e dalla politica a tutti i livelli. Basterebbe questa certezza per stigmatizzare le scelte del sindaco e del suo vice”. Al vertice di Roma, parteciperanno non solo gli esponenti della giunta ma anche i funzionari di Invitalia e quelli della regione oltre ai tecnici del ministero dello sviluppo economico. Dovrebbe esserci anche il presidente della regione Rosario Crocetta.
“Non vogliamo farci imporre le scelte”. La convocazione, invece, non è stata estesa né ai sindacati, né a Confindustria né ad Eni. “Martedì – dice il vice sindaco Simone Siciliano – non verrà firmato nessun accordo di programma. Sarebbe impossibile. Abbiamo ottenuto questa convocazione per confrontarci direttamente con Invitalia che avrà il compito di coordinare le linee degli investimenti da lanciare nel nostro territorio. Questa volta, vogliamo essere noi a dettare le scelte. Non vogliamo più farcele imporre”.