Gela. Le campagne locali soffrono drammaticamente per l’assenza di acqua. Quella appena trascorsa, probabilmente, è stata la stagione più difficile di sempre, con acqua razionata, dighe al palo e agricoltori spesso impossibilitati ad investire sui nuovi innesti. L’acqua delle dighe, più volte, è stata sversata in mare. Il settore è al tracollo e tanti operatori hanno detto basta. L’amministrazione comunale ha cercato di avviare un tavolo con la Regione, mettendo in cima alle priorità il ripristino di tutte le dighe del territorio. Arrivare ad un sistema efficiente appare però una lontana chimera. Per mesi, si è discusso dell’importanza dei finanziamenti del Pnrr, cruciali per territori come quello locale, che non riescono ad avere neppure le infrastrutture di base. Invece, il primo approccio con le risorse del Piano nazionale di ripresa e resilienza è stato tutt’altro che favorevole. Il Ministero delle politiche agricole e forestali ha reso nota la graduatoria dei progetti ammessi ai finanziamenti, per il comparto agricolo e per il potenziamento delle reti irrigue. Tuti i progetti presentati dalla Regione siciliana non sono stati ammessi. Non rientrano neanche tra quelli selezionati ma non finanziati. Trentuno progetti tutti bocciati. Tra questi, ci sono quelli che avrebbero potuto assicurare, forse una svolta sul territorio. Niente finanziamenti per la rete irrigua dipendente dall’invaso Gibbesi (la richiesta di fondi ammontava a 31.073.301,53 euro), per il progetto esecutivo della rete irrigua dipendente dall’invaso Disueri (il totale era di 19.380.000,00 euro) e per l’ammodernamento delle infrastrutture dei comprensori irrigui Biviere e Cimia (per 15 milioni di euro), che era stato progettato prevedendo l’introduzione di sistemi di telecontrollo, telecomando e automazione per una migliore gestione delle risorse idriche.
I tre investimenti, tutti presentati dal Consorzio di bonifica 5, ammontavano ad oltre 65 milioni di euro. Invece, un nulla di fatto, piuttosto clamoroso, che relega ancora una volta il settore agricolo locale e le infrastrutture a supporto agli ultimi posti in Sicilia. Per la politica regionale, ma non solo, un flop clamoroso, visto che non sono stati finanziati neanche i progetti presentati da altri Consorzi di bonifica strategici, come quelli che coprono i territori di Palermo, Catania, Messina, Trapani, Siracusa, Agrigento, Ragusa. Il Pnrr doveva essere la soluzione a tutti i mali, nelle campagne locali invece nulla cambierà. Cleo Li Calzi, responsabile del Dipartimento Pnrr del Pd siciliano, attribuisce la responsabilità dei mancati finanziamenti alla “inadeguatezza degli apparati regionali e alla mancanza di una regìa di governo”.