Gela. Filiera alimentare al centro di un vasto monitoraggio, con tanto di pool medico organizzato dall’Asp.
Luce sulla catena alimentare. La decisione risale agli scorsi giorni. Saranno cinque gli esperti, già tutti dipendenti dell’Azienda sanitaria provinciale, a coordinare una campagna di monitoraggio e controllo che sarà concentrata sulla filiera del latte, sui cosiddetti molluschi bivalvi (cozze, ostriche, vongole) e sui prodotti dell’alveare, con in testa il miele. In sostanza, si cerca di verificare l’eventuale presenza di sostanze anomale legate all’esposizione industriale. Verifiche e controlli vengono imposti dal fatto che la città, da anni, rientri tra i siti d’interesse nazionale proprio per la presenza dell’industria pesante e del polo Eni. Già nel 1998, inoltre, Gela venne ricompresa, per decreto, tra le aree a rischio di crisi ambientale. Non a caso, dal 2002, è in atto uno studio dell’Organizzazione mondiale della sanità proprio intorno alla possibile incidenza industriale sul territorio.
Verifiche nelle aziende del territorio. Così, cinque esperti, in prevalenza del settore veterinario, sono stati individuati per coordinare e riferire circa l’esito degli accertamenti. Valutazioni che, comunque, si estenderanno anche alla filiera dell’allevamento, con verifiche su mangimi e alimenti utilizzati nelle aziende del territorio.