Gela. La caratterizzazione delle sabbie del porto rifugio è scaduta, almeno così è stato riferito dai tecnici regionali nel corso di un incontro tenutosi in prefettura a fine agosto. Allo stesso tempo, gli uffici della protezione civile regionale hanno però proseguito la procedura, affidando le attività per i rilievi topo-batimetrici e geofisici alla cooperativa “Atlantis” di Monreale. Il dipartimento regionale della protezione civile ha provveduto all’affidamento diretto dei lavori per i rilievi sui sedimenti, che sono fondamentali al completamento del piano integrativo di caratterizzazione. La capitaneria di porto locale ha appena provveduto ad autorizzare gli interventi e le attività per i rilievi, che dureranno venticinque giorni. Le operazioni sono previste nell’area del porto rifugio e in quella dei moli di ponte e levante. Il porto rifugio è insabbiato da anni e senza grandi prospettive, nonostante i quasi sei milioni di euro, disponibili per coprire tutte le attività. I lavori di urgenza sono attesi, ma ad oggi l’iter è ancora aperto e servono dati integrativi, anche per valutare i quantitativi di sabbie da movimentare, trattandosi di un Sin. A conclusione della riunione delle scorse settimane, era stato spiegato che si sarebbe dovuto ricominciare praticamente da zero, almeno per la caratterizzazione delle sabbie.
La procedura, per l’ennesima volta, si era bloccata, con la Regione che non ha dato seguito alle richieste di integrazione giunte da Ispra, che avrà l’ultima parola sulla caratterizzazione delle sabbie. I rilievi verranno comunque effettuati, ma venire a capo di quanto sta accadendo non è per nulla facile, mentre il tempo continua a trascorrere. Di recente, l’amministrazione comunale e il sottosegretario alle infrastrutture Giancarlo Cancelleri hanno annunciato che le aree portuali locali verranno ricomprese nella competenza dell’Autorità della Sicilia Occidentale.