Gela. Non solo il giudizio di appello bis, definito lo scorso maggio. Per il sessantenne Salvatore Rinzivillo, ritenuto il nuovo capo dell’omonima famiglia di Cosa nostra, attualmente recluso in regime di 41 bis, ci sarà anche un ulteriore vaglio della Corte di Cassazione. I difensori che lo assistono, gli avvocati Roberto Afeltra e Annarita Franchi, hanno avanzato un nuovo ricorso ai giudici romani. Rinzivillo, coinvolto anche nel filone “Druso” della maxi inchiesta antimafia “Extra fines”, è stato condannato a dieci anni e otto mesi di detenzione. La Cassazione, ad inizio anno, annullò la sentenza di appello, sul punto del metodo mafioso e del favoreggiamento, rinviando ai giudici di appello di Roma, che a maggio hanno ridotto l’entità della condanna, ma solo di sei mesi. Le difese di Rinzivillo ritengono che nel giudizio di appello bis non siano state prese in considerazione le valutazioni già espresse dalla Corte di Cassazione, su punti considerati dirimenti. Rinzivillo, in base alle contestazioni, avrebbe ordinato la messa a posto di alcuni esercenti romani. Avrebbero dovuto coprire un credito vantato da un operatore del settore dell’ortofrutta, considerato vicino allo stesso Rinzivillo.
Ci sarebbero state minacce e danneggiamenti, per indurre ai pagamenti. Il sessantenne è a processo anche per altri filoni di indagine, sempre scaturiti dall’inchiesta madre “Extra fines”.