Gela. Le attività di verifica fiscali e gli accertamenti furono condotti dai militari della guardia di finanza, anche per il tramite dell’Agenzia delle entrate. Vennero individuate presunte irregolarità, che hanno portato a processo anche l’imprenditore Gabriele Pellegrino, attuale consigliere comunale. Le contestazioni a suo carico, però, non hanno retto al vaglio del dibattimento. Il giudice Miriam D’Amore ha emesso un dispositivo di assoluzione. Per Pellegrino, che porta avanti un gruppo imprenditoriale nel settore metalmeccanico, con diverse commesse e appalti in Italia, è stata pronunciata una decisione favorevole, con la formula “perché il fatto non sussiste”. E’ stata accolta la linea esposta dalla difesa, sostenuta dall’avvocato Flavio Sinatra. Il legale, nelle sue conclusioni, ha spiegato come non ci fosse una corrispondenza tra i primi accertamenti fiscali, effettuati su una delle società del gruppo imprenditoriale, e quanto poi dimostrato, attraverso pagamenti e bonifici. Non a caso, la difesa di Pellegrino ha prodotto documentazione bancaria, per attestare che i pagamenti dovuti, anche di tipo tributario, vennero regolarmente coperti. L’imprenditore, sentito in aula, ha escluso qualsiasi irregolarità. I fatti risalgono al 2012, ma la difesa ha dato priorità all’accertamento nel merito e non invece all’eventuale prescrizione, scattata per la posizione di un altro imputato, Vincenzo Castelletti.
L’assoluzione, con la formula “per non aver commesso il fatto”, è stata pronunciata anche per un terzo imputato, Luca Ricci. La difesa, sostenuta dall’avvocato Giuseppe D’Aleo, ha fornito riscontro sul fatto che lo stesso Ricci non ricoprisse la carica di amministratore nelle società sotto verifica. Per il legale, non ci fu nessun ruolo decisionale dell’imputato. Il pm Pamela Cellura, per la posizione di Pellegrino, aveva chiesto la condanna.