Porto, iter fermo e tutto rischia di saltare: comitato, “politica deve intervenire”

 
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Una delegazione del comitato

Gela. La politica e tutti i rappresentanti del territorio devono attivarsi per evitare che l’infinito iter per i lavori del porto rifugio debba riprendere da zero. L’appello lo lanciano i componenti del comitato pro-porto. Ad ottobre, come già riferito, scade la caratterizzazione delle sabbie e anche le altre autorizzazioni già acquisite rischiano di andare incontro al termine finale. Ad oggi, non c’è nessun accordo neanche sui quantitativi delle sabbie da smaltire, trattandosi di un’area Sin. Il comitato si rivolge a parlamentari, nazionali e regionale, al presidente della Regione Nello Musumeci e al sottosegretario Giancarlo Cancelleri. “Che intervengano con urgenza per trovare una soluzione immediata e sbloccare l’iter procedurale del porto rifugio. Il piano di dragaggio è fermo da circa due anni tra gli uffici ministeriali e regionali, senza arrivare ad una soluzione definitiva che possa dare seguito all’ulteriore passo dell’iter procedurale. Purtroppo – fanno sapere dal comitato – ora non c’è più tempo da perdere perché ad ottobre scadranno le caratterizzazioni delle sabbie, su tutta l’area del porto rifugio. Possono essere anche a rischio le ulteriori autorizzazioni Via-Vas già acquisite, per il prolungamento del braccio di ponente. Ora, bisogna fare presto, per non ritornare al punto di partenza. Sono stati spesi già parte dei fondi destinati a finanziare l’opera di riqualificazione del porto”.

Ribadiscono che la politica ha il dovere di dare risposte alla città. “L’auspicio sta nell’intervento della politica, per dare risposte alla comunità che li ha delegati a rappresentare il nostro territorio, per risolvere gli atavici problemi come quello dell’annosa non funzionalità del porto rifugio, causata dall’insabbiamento. Il sito è abbandonato al suo degrado strutturale”. Ad oggi, nonostante gli annunci, tutto tace e la procedura è pericolosamente ferma.

1 commento

  1. Voi del comitato potreste organizzare un sit in con la città’ e stoppiamo i lavori del metanodotto per Malta o qualche altra azione eclatante. Non si può continuare a chiedere in eterno dei lavori che ci spettano di diritto.

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