Più di 150 aree dove si smaltisce senza regole, rifiuti e roghi: “Sono quantità enormi”

 
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Uno dei tanti roghi di rifiuti pericolosi a ridosso del lago Biviere

Gela. Gli arresti per lo smaltimento illecito di rifiuti, scoperto in contrada Passo di Piazza, possono servire da deterrente, ma c’è ancora molto da fare. Ne è convinto Emilio Giudice, della Riserva Orientata Biviere. Da anni, gli operatori segnalano incendi e discariche abusive, proprio in una zona limitrofa a quella dell’indagine, avviata dai pm della procura e dai poliziotti. Non solo Passo di Piazza, però, visto che sono tanti i punti strategici per lo smaltimento di rifiuti pericolosi, in una “terra dei fuochi”, senza una vera e propria delimitazione. Colonne di fumo, quasi quotidiane, si alzano ad ovest di contrada Cocuzza, lungo il collegamento stradale per Butera. Ci sono poi tante zone isolate in periferia, molte vicine a Settefarine. Almeno una decina, in tutto, dove si smaltirebbero illecitamente rifiuti di ogni tipo, dandoli alle fiamme. “Oggi, gli strumenti normativi ci sono – spiega Giudice – anche gli arresti effettuati per Passo di Piazza possono essere utili. Magari, qualcuno ci penserà due volte prima di smaltire, incendiando. Però, devono aumentare i controlli. Probabilmente, visto che davano fuoco con molta tranquillità, non è da escludere che pensassero appunto che nessuno sarebbe andato a controllare. Il territorio è stato abbandonato per tanto tempo e sono enormi i quantitativi di plastiche che non raggiungono i centri di recupero. Da qualche parte, evidentemente, andranno a finire”. L’indagine ha toccato una ditta, con licenze per il trasporto nei centri autorizzati, che invece avrebbe smaltito violando le norme in materia. I padroncini che si muovono per le contrade rurali della città, movimentano tonnellate di rifiuti, plastiche e scarti, che per legge dovrebbero finire nei centri autorizzati. “Bisognerebbe individuare chi ci sia dietro – aggiunge Giudice – i controlli vanno fatti e serve anche una maggiore specializzazione da parte degli inquirenti. Mi fa piacere che la procura stia rafforzando le indagini e che possa essere organizzato un sistema efficiente di contrasto. Spero solo che non si tratti di interventi isolati, ma che si alzi veramente l’attenzione. C’è chi ancora troppo spesso si affida a ditte, o pseudo tali, che non smaltiscono rispettando le norme”. Giudice, nel recente passato, è stato sentito in procura, a seguito delle tante denunce pubbliche, anche sulla “terra dei fuochi”. Gli operatori della Riserva hanno censito più di centocinquanta punti, in quelle contrade, dove si concentrano discariche abusive e si alzano roghi.

“Sono aree private ma anche pubbliche – aggiunge Giudice – il fenomeno è vasto e va contrastato. Quella tracciata da questa indagine è la via da seguire. Sono tanti i terreni abbandonati che vengono usati per smaltire illecitamente i rifiuti e le plastiche, bianche e nere. I danni sono enormi”. Le sostanze rilasciate non si disperdono solo in atmosfera, ma inevitabilmente intaccano il sottosuolo, mettendo a rischio intere colture.

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