Ex “Ciliegino”, giudizio di ottemperanza al Tar: Nicosia, “ora tenteremo azione comune”

 
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Le aree dell'ex progetto "Ciliegino"

Gela. Il decreto ingiuntivo ottenuto dall’associazione “Airone”, interessi compresi, ammonta a ben oltre i duecentomila euro. Somme che ad oggi non sono state versate dal Comune. E’ una delle tante incombenze che pesano (e continueranno a farlo) sulle spalle dell’ente per gli espropri del fallimentare progetto, ormai ex “Ciliegino”. Un totale flop del passato, che anche oggi però non trova vere soluzioni. Il liquidatore dell’associazione, l’avvocato Giuseppe Nicosia, dopo tanti tentativi di arrivare ad un accordo con il municipio, andati sempre a vuoto, ha autorizzato l’avvio del giudizio di ottemperanza al Tar. I giudici amministrativi palermitani, salvo inattese sorprese, imporranno al Comune l’obbligo di pagare tutte le somme dovute all’associazione, che un tempo gestiva l’ex aviosuperficie, finita sotto il peso delle ruspe che hanno realizzato i primi lavori di un polo agrofotovoltaico, subito dopo finito nella bufera e rimasto incompiuto. Quello dell’associazione è uno dei tanti crediti vantati dagli ex proprietari, che attendono di rivalersi proprio sul municipio. L’obiettivo sarebbe di trovare una soluzione alternativa. Lo scorso anno, l’assise civica approvò l’atto di indirizzo dell’amministrazione comunale, che prevede, tra le altre cose, l’acquisto di tutte le aree e il pagamento degli espropri, per un totale di circa cinque milioni di euro. Sviluppi particolari, ad oggi, non ce ne sono stati, anche se pare che il sindaco Lucio Greco e il consulente, l’ingegnere Pietro Inferrera, abbiano aperto interlocuzioni istituzionali, proprio sul progetto del polo agro-energetico. Greco l’ha inserito tra le priorità, chiedendo man forte alla Regione. Nicosia, che anche di recente ha tentato di dialogare con l’amministrazione rispetto all’interesse di un’azienda privata, intenzionata a rilevare l’intero progetto (garantendolo da un punto di vista finanziario), è sempre meno convinto della strategia messa in campo dal sindaco.

“Gli ex proprietari attendono da anni – spiega l’avvocato – l’amministrazione sembra dormiente e tutti i tentativi sono stati vani. A breve, cercherò di convocare tutti gli ex proprietari per fare fronte comune. Forse, con un’azione comune, ci saranno più possibilità di avere risposte, che ad oggi non ci sono mai state. Non credo ci siano alternative. Anche il bando internazionale per individuare un eventuale partner privato per il progetto non è mai stato predisposto o pubblicato”. L’eredità di un investimento, nato male e finito peggio, è ancora una voce di forte preoccupazione per il prossimo futuro delle casse municipali.

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