Gela. E’ ancora muro contro muro tra i manager della Sst srl, società che controlla la Residenza sanitaria assistita Caposoprano, e i funzionari dell’Asp.
Prestazioni non pagate per 156 mila euro. Al centro del contendere, pagamenti chiesti proprio dall’azienda e bloccati, invece, dall’Asp. Il contrasto, adesso, ha al centro somme per circa 156 mila euro. Si tratta, stando ai manager della società, di quanto dovuto dall’Asp per una serie di servizi in convenzione resi dalla Rsa a favore di anziani e disabili. I soldi, relativi ai mesi di gennaio e febbraio, non sono arrivati nelle casse della Sst srl. Per questa ragione, i legali del gruppo hanno ottenuto il via libera dai giudici del tribunale di Caltanissetta ad un decreto ingiuntivo.
L’inchiesta e il no dell’Asp. Dall’Asp, però, fanno sapere che lo stop ai pagamenti si lega all’attuale inchiesta giudiziaria che coinvolge vertici della Sst srl e dipendenti dell’azienda sanitaria provinciale. Le accuse contestate dai magistrati della procura di Gela sono concussione, falso ideologico e truffa aggravata. Per queste ragioni, l’Asp ha ritenuto “cautelativamente di sospendere il pagamento delle prestazioni”. Una linea, però, che non convince i legali della Sst e i lavoratori della Rsa Caposoprano. Un contrasto analogo era sorto, negli scorsi mesi, anche per i pagamenti di novembre e dicembre 2014: in questo caso, il totale segnava quasi 180 mila euro. Intanto, i vertici dell’Asp hanno già provveduto a nominare un legale di fiducia per opporsi al nuovo decreto ingiuntivo.