Sotto sequestro beni per 500 mila euro, sono dell’ambulante Rosario Consiglio: di lui parlò il collaboratore Cascino

 
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Gela. Finiscono sotto sequestro beni per mezzo milione di euro, riconducibili all’ambulante quarantanovenne Rosario Consiglio. Sequestrati beni per mezzo milione. Gli agenti di polizia della sezione anticrimine di Caltanissetta, su provvedimento dei giudici della sezione misure di prevenzione e del prefetto Bruno Megale, hanno apposto i sigilli ad un appartamento di via Monfalcone, nella zona del quartiere Baracche, e ad un terreno a Settefarine. Il sequestro è scattato anche per conti corrente, carte postepay e buoni fruttiferi, intestati ai familiari di Consiglio ma a lui riconducibili. L’ambulante viene ritenuto molto vicino al gruppo del boss Peppe Alferi. Stando agli inquirenti, l’ammontare dei beni a lui riconducibili sarebbe sproporzionato rispetto all’attività lavorativa svolta dal quarantanovenne. Insieme ad altri presunti complici, finì al centro del blitz Inferis destinato a scardinare proprio il presunto clan Alferi.

Le dichiarazioni di Emanuele Cascino. Di Rosario Consiglio, attualmente sotto processo davanti al collegio penale del tribunale insieme a Francesco D’Amico, Felice e Gianfranco Turco, Francesco Alma e Giuseppe Vinci per rispondere di una presunta serie di danneggiamenti nei confronti d’imprenditori locali, ha parlato anche il collaboratore di giustizia Emanuele Cascino, a sua volta ex fedelissimo di Peppe Alferi. Il collaboratore avrebbe personalmente dato alle fiamme la baracca di frutta e verdura di Consiglio in via Tevere circa quindici volte. L’obiettivo era quello di farlo avvicinare allo stesso Alferi.

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