Gela. Il Pd ha criticato su tutta la linea le scelte dell’amministrazione comunale in tema di Tari, spiegando tra le altre cose che l’abbattimento per gli esercenti è dovuto al decreto “Sostegni” del governo e non certo alla giunta. Il sindaco Lucio Greco e l’amministrazione comunale, però, rispondono per le rime agli ex alleati. “Chi, per più di venti anni, ha amministrato la città, privilegiando gli aspetti elettoralistici e clientelari a discapito degli interessi generali della comunità, dovrebbe avere la delicatezza di rispettare i sacrifici e l’impegno di chi, in mezzo a mille difficoltà, sta cercando di dare le giuste e legittime risposte che il nostro martoriato territorio si aspetta. Dai due consiglieri del Pd – dicono il sindaco e la giunta riferendosi ai consiglieri Alessandra Ascia e Gaetano Orlando – che sono in politica da diversi anni, anche se non sempre dalla stessa parte, mi sarei aspettato una maggiore comprensione e una analisi più seria, comunque adeguata alla complessità del problema. Far finta di dimenticare che la Tari venga calcolata sulla scorta di tutti gli elementi del servizio degli anni passati, e che, in mancanza di un’approvazione, si sarebbero persi tutti gli aiuti alle categorie fortemente penalizzate dalla pandemia, non fa onore ad una forza politica che dovrebbe distinguersi per la maturità e serietà delle proprie proposte”.
Sono ancora una volta pesanti le parole degli esponenti dell’amministrazione. Non hanno gradito che i dem li abbiano indicati come quelli che “mettono le mani in tasca ai cittadini”, aumentando la Tari per le utenze private. Il segretario Guido Siragusa e il gruppo consiliare, inoltre, hanno già annunciato massima attenzione sulla destinazione delle royalties estrattive, da destinare a ciò che è indicato dalla normativa in materia. L’amministrazione, invece, considera del tutto infondato l’allarme che giunge dal Pd. “Appare quantomeno paradossale che la forza politica che ha dissipato e sperperato centinaia di milioni di euro, per feste e festini – continuano – voglia ergersi adesso a paladina degli interessi della città. Altri possono farlo, ma non loro”. Il divorzio politico era stato ufficializzato già diversi mesi fa e l’amministrazione fa capire di non accettare “lezioni” dal Pd, soprattutto in tema di rifiuti e royalties.