La parabola degli ex Procontrol: “Dopo due anni molti hanno lasciato la città”

 
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Gela. Furono tra i primi operai dell’indotto Eni ad essere travolti da quella che, nei mesi successivi, si trasformò in una vera e propria eclissi del lavoro nell’indotto della raffineria di contrada Piana del Signore.

Il loro caso fu uno dei primi ad esplodere. In pochi, tra gli ex operai dell’azienda Procontrol, specializzata nei controlli non distruttivi, sono riusciti a trovare nuove opportunità lavorative in città. La gran parte di loro, dopo circa due anni di proteste e attesa, ha scelto di cercare altrove, lasciando la Sicilia. “Ad un certo punto – spiega Rosario Cannì uno degli ex Procontrol – abbiamo capito che non c’era più nulla da fare. L’azienda che prese il posto della Procontrol, nei mesi successivi, ha utilizzato alcuni miei colleghi ma con contratti a termine. Per il resto, abbiamo avuto a che fare solo con cassa integrazione e mobilità”. Il caso Procontrol si aggiungeva a quello degli operai dell’Implaca e della Comeco, cooperative successivamente messe in liquidazione.

Il flop della lista di disponibilità. “Avrebbero dovuto inserirci nella famosa lista di disponibilità prevista da un accordo firmato davanti all’allora prefetto di Caltanissetta Carmine Valente – continua Cannì – ma è stato solo un fallimento. Questa lista non è mai esistita. Per questa ragione, senza stipendio e senza alcuna prospettiva, diversi ex colleghi hanno fatto la valigia. E’ l’unica soluzione”. Una parabola, quella vissuta dagli ex operai della Procontrol, che è solo uno dei tanti esempi dello stesso tipo susseguitisi durante gli ultimi due anni. Con la riconversione a green refinery, gli spazi nell’indotto Eni sembrano restringersi ulteriormente. La fase d’ingegnerizzazione avviata in fabbrica non prevede, almeno per il primo semestre, particolari commesse in favore delle aziende dell’indotto che di conseguenza fanno sempre più leva sugli ammortizzatori sociali rimasti. Si rimane in attesa non solo della dichiarazione dell’area di crisi complessa ma anche della tranche straordinaria di ammortizzatori sociali che dovrebbe ottenere il via libera dal ministero del lavoro, almeno stando all’intesa raggiunta a novembre al ministero dello sviluppo economico.

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