Gela. La morte di un anziano, ottantaquattrenne, arrivato al pronto soccorso dell’ospedale “Vittorio Emanuele”, fece partire un’indagine, anche a seguito di quanto segnalato dai familiari. Per quei fatti, risalenti a due anni fa, ad aprile era stato disposto il rinvio a giudizio di un medico del nosocomio di Caposoprano, il dottor Santo Figura. L’accusa è di omicidio colposo. Questa mattina, è stato aperto il dibattimento, davanti al giudice Miriam D’Amore. I familiari del paziente deceduto sono parti civili, rappresentati dall’avvocato Giacomo Ventura. Il medico, all’epoca dei fatti in servizio al pronto soccorso, è difeso dai legali Francesco Cottone e Carmelo Tuccio. In base alle perizie specialistiche, l’ottantaquattrenne fu stroncato da un aneurisma retroperitoneale. La difesa del medico, già in udienza preliminare, aveva ricostruito i dati clinici e il quadro complessivo della situazione dell’anziano, che prima del decesso era stato visitato da altri tre medici. Per i legali dell’imputato, la situazione complessiva era già piuttosto compromessa e l’aneurisma si sarebbe manifestato, aggravandola. Figura, per i difensori, avrebbe fatto tutto quello che era possibile, riuscendo anche a rianimare il paziente.
Anche nel corso del giudizio verranno avanzati i dati della perizia prodotta dai consulenti di parte, gli specialisti Salvatore Alberto Turiano e Cataldo Raffino. I primi testimoni verranno sentiti in aula, il prossimo gennaio. Decisive potrebbero rivelarsi le conclusioni dei periti, sia quelli incaricati dalla procura che gli stessi specialisti scelti dalla difesa.