Gela. Il governo regionale è pronto a cancellare la vocazione agricola della città, introducendo limiti ambientali al nuovo Piano regolatore generale (Prg) fino all’80 percento dell’intero territorio gelese. Aumentano le aree vincolate. Su una superficie complessiva di 27742 ettari, la regione vuole accrescere le aree sottoposte a vincoli Sic e Zps dagli attuali 17841 ettari ad oltre 22 mila. Rimarrebbe esclusa parte della fabbrica del colosso energetico Eni e l’area urbana. Bandite le colture tipiche locali e quelle serricole, eccezione fatta per le produzioni biologiche e fuori suolo. L’ormai ex consigliere comunale, il socialista Piero Lo Nigro, per difendere i diritti della popolazione ha deciso di sfidare anche Rosario Crocetta, presidente della regione e suo “alleato” politico. Dal prossimo 28 luglio la vicenda potrebbe approdare direttamente nelle aule dei tribunali con accuse penali rivolte agli stessi dirigenti regionali accusati di volere penalizzare l’economia agricola gelese per assecondare le percentuali di aree con vincoli ambientali imposte dalla comunità Europea alla nazione.
“Così si blocca l’economia…”. “In città non sarà possibile avviare nuove produzioni serricole che non siano biologiche e, secondo la regione, anche fuori suolo – spiega Lo Nigro – Quest’ultima osservazione è in palese contrasto con le direttive nazionali che vietano le produzioni idroponiche biologiche”. Il 28 maggio Piero Lo Nigro aveva presentato al presidente Crocetta e all’assessorato regionale Territorio e ambiente un atto stragiudiziario di intimazione e messa in mora chiedendo la revoca del provvedimento di valutazione ambientale strategica e di incidenza ambientale proposta in variante al Prg del Comune. “Il provvedimento non tiene conto dei reali interessi del territorio e della comunità gelese – accusa Lo Nigro – Con questo ricorso miro ad evitare conseguenze negative e devastanti per un possibile sviluppo del territorio. Vanno salvaguardati i pregi ambientali e i valori naturalistici ma devono essere garantiti i processi minimi vitali dell’uomo. Non escludo che i valori ambientali siano di livello, ma in nessuna realtà siciliana sono stati imposti vincoli su tre quarti dell’intero territorio. Il provvedimento non ha precedenti. Al massimo – aggiunge l’ex consigliere comunale – le percentuali si attestato al cinque percento. Non possiamo seguire il volo degli uccelli anche rispetto alle strategie territoriali. L’agricoltura verrebbe ad essere limitata e del tutto affossata dalle nuove estensioni perimetrali dei vincoli vas. Questi processi vanno guidati ma argomentandoli senza pensare di avere ragione. Nella scure dei tagli potrebbero finire anche le aziende agricole insediate, chiamate a rispondere alle severe e restrittive direttive comunitarie di adeguamento”.