Commissioni, maggioranza rilancia: “Sammito sospenda tutto e si torni a nuovo voto”

 
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Consiglieri di maggioranza in aula consiliare

Gela. Le griglie delle commissioni, appena varate dal consiglio comunale con uno strascico infinito di polemiche, vanno “sospese in autotutela”. La richiesta arriva direttamente dai consiglieri di maggioranza, almeno da quelli più vicini al sindaco Lucio Greco, che hanno atteso il parere del segretario generale Loredana Patti. Sono stati i pro-Greco a sollevare subito dubbi, dopo la sconfitta in aula, con il sì alla “griglia” presentata dall’opposizione. Il segretario generale, come vi abbiamo riferito, nel parere ha spiegato che ad oggi le commissioni non rispettano il principio della “rappresentanza proporzionale”. Bisognerebbe valutare, si legge nella nota del funzionario, “l’opportunità che il regolamento venga modificato al fine di dare chiara attuazione al richiamato parametro della proporzionalità, posto che l’attuale previsione regolamentare si limita a stabilire genericamente “al loro interno deve essere sempre rappresentata sia la maggioranza che la minoranza consiliare”. Ora, i consiglieri di maggioranza, con in testa quelli di “Un’Altra Gela” e “Una Buona Idea”, chiedono un intervento del presidente Salvatore Sammito e rilanciano anche sul tema dei franchi tiratori, che probabilmente hanno approfittato del voto segreto, per supportare la proposta dell’opposizione. “Il fine tra ciò che è democratico all’interno dell’assise civica e il suo contrario, spesso è determinato da ciò che è consentito dalle norme che regolano la vita consiliare politica. Abbiamo atteso che il segretario generale, al quale avevamo indirizzato una nota, si pronunciasse rispetto ai dubbi sollevati circa la difformità delle nuove griglie presentate in consiglio, votate peraltro con voto segreto. Il pronunciamento sul punto dissipa ogni dubbio entrando nel merito della questione e dichiarando la non corrispondenza delle nuove commissioni consiliari e quindi delle griglie allora presentate e votate al principio della proporzionalità. Non si è trattato – fanno sapere dalla maggioranza – di una disputa politica, la nostra di certo non lo è stata. I fatti dicono che in silenzio abbiamo atteso che sul punto si pronunciasse chi di dovere anche per ristabilire un ordine giuridico. La modalità della votazione peraltro e cioè il voto segreto, dice molto di un principio della democrazia inteso alla rovescia, così per predeterminarsi nella volontà si ha la tendenza a nascondersi e quindi a non assumersi le proprie responsabilità circa le scelte. Avremmo potuto fare ostruzionismo politico ma questo avrebbe mortificato il nostro fine che era e ancora è esistere, all’interno dell’assise civica, anche attraverso le commissioni e le relative composizioni, sapendo di non infrangere il regolamento o lo statuto né di tentare di farlo, e senza prestare il fianco a futili attacchi in rivendicazione di una qualche forma di potere”.

Elementi che portano a richiedere lo stop alle neo commissioni. “Il pronunciamento del segretario generale sul punto legittima i nostri dubbi e fa chiarezza determinando che le nuove commissioni non corrispondono al principio della proporzionalità e pertanto, già allora, chi ha permesso la votazione e l’insediamento ha agito sovvertendo le normali regole giuridiche della vita consiliare. Alla luce di questo – concludono – e dato per assodato che il presidente di un consiglio comunale non può permettere che le commissioni contravvengano ai principi del regolamento e dello statuto, dei quali è garante, auspichiamo che, preso atto della difformità enunciata dal segretario, sospenda in autotutela il provvedimento delle vecchie griglie e disponga una nuova votazione per comporre le nuove”. La questione rischia di creare un nuovo scenario, fatto di altre polemiche e di carte bollate.

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