I controlli nella discarica di Timpazzo, sette a giudizio: “Prescrizioni Aia in molti casi inosservate”

 
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Gela. La gestione della discarica di Timpazzo e la presunta inosservanza delle relative prescrizioni nuovamente davanti ai giudici del tribunale.

I sopralluoghi all’interno della discarica. Questa volta, sotto processo ci sono sette ex responsabili del sito di conferimento. A giudizio sono finiti l’attuale funzionaria comunale Grazia Cosentino, Francesco Liardo già ai vertici dell’Ato Cl2, Giuseppe Puleo, Paolo Alescio, Rocco Greco, Concetta Meli e Salvatore Stamilla. “Mi occupai di tre diversi sopralluoghi all’interno della discarica – ha detto in aula una funzionaria della provincia di Caltanissetta – accertammo diverse disfunzioni rispetto alle prescrizioni dettate dall’autorizzazione ambientale integrata. Una grande quantità di rifiuti rimaneva non coperta. Non a caso, i gabbiani si depositavano sui cumuli. Inoltre, notammo che i teloni utilizzati per ricoprire le due vasche presentavano delle aperture che permettevano alle acque meteoriche di entrare in contatto con i rifiuti. Il rischio era quello della produzione di percolato”. La funzionaria della provincia, davanti al giudice Ersilia Guzzetta, ha risposto alle domande formulate dal pubblico ministero Giampiero Cortese e a quelle arrivate dal pool di difesa. Gli imputati sono rappresentanti dagli avvocati Giacomo Ventura, Maurizio Scicolone, Antonio Gagliano, Rocco Fasciana, Vincenzo Scudieri, Emanuela D’Arma e Giuseppe Vassallo. Proprio i difensori hanno fatto leva sull’utilizzo della discarica, soprattutto nel periodo al centro del dibattimento, anche da parte di comuni esterni all’Ato Cl2. La funzionaria sentita in aula, inoltre, ha confermato che durante i controlli effettuati all’interno del sito di conferimento furono accertate disfunzioni nel funzionamento dell’impianto di tritovagliatura e nelle torce che avrebbero dovuto abbattere le immissioni di biogas. Il malfunzionamento del tritovagliatore, propedeutico al trattamento dei rifiuti depositati in discarica, si sarebbe legato, stando alle difese, al passaggio di gestione tra due diverse aziende. Intanto, si tornerà in aula con altri testimoni il prossimo 13 novembre.

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