Gela. A giorni, scadrà il termine previsto per i pareri richiesti sul progetto “Argo-Cassiopea”, per le prime opere edili. Palazzo di Città e la Lipu non hanno raggiunto una vera e propria intesa sui protocolli da adottare. I sindacati del settore, come avevano già fatto al termine di un incontro con le società Eni, rilanciano la preoccupazione per i ritardi autorizzativi. Un aspetto emerso nel confronto interno alla Uil e alla categoria della Uiltec. “Il sito Eni nella transizione ecologica rappresenta già presente e futuro per Gela, quindi per la Sicilia. Da Eni, con le sue società presenti sul territorio, ci attendiamo continuità negli impegni assunti. A Stato e Regione chiediamo, invece, di saper stare al passo di tale e tanta realtà sociale e occupazionale. Burocrazia e sistema delle autorizzazioni non possono continuare a essere un freno allo sviluppo”. Una posizione espressa dalla segretaria organizzativa della Uil Sicilia, con delega all’Area vasta Palermo-Siracusa-Ragusa-Gela, Luisella Lionti, e dal segretario territoriale Uiltec Maurizio Castania, al termine di una riunione che si è tenuta oggi, nella sede del sindacato, in centro storico. Erano presenti, insieme alla componente di segreteria Uiltec Nuccia Maniscalco, i rappresentanti sindacali Rsu e Rsa Gaspare Cerchia, Filippo Russo, Crocifisso Canotto, Maurizio Giarrizzo, Vincenzo Sanzone e Renzo Aliotta. Il sindacato ha chiaramente rinnovato l’invito a fare in fretta sulle autorizzazioni e sui progetti, evitando di mettere a rischio fondi essenziali. “Siamo in allarme, a causa della lunga attesa per progetti esecutivi che possano dare corpo e spessore all’Accordo di programma per il contrasto alla crisi e lo sviluppo a vocazione green, peraltro sostenuto da finanziamenti del Ministero dello sviluppo economico e della Regione”, spiegano i sindacalisti.
“Nel dettaglio – aggiungono – seguiamo con particolare attenzione la realizzazione dei piani di perforazione e cantierizzazione della centrale a gas, che impongono interventi certi e tempestivi del governo regionale e dell’amministrazione comunale in fase autorizzativa. Ci aspettiamo, insomma, che tutti facciano la loro parte affinchè il Progetto “Argo-Cassiopea” si realizzi. In generale, i processi di industrializzazione vanno seguiti in modo tale da contrastare efficacemente la desertificazione produttiva, già evidente in livelli occupazionali ormai ridotti all’osso”. Da mesi, ormai, l’attenzione dei sindacati e dei lavoratori è rivolta soprattutto al settore up-stream, quello che risente di più della flessione. Ancora una volta la Uil, come le altre sigle sindacali, pone la questione del rilancio della produzione. “C’è preoccupazione per la produzione di greggio dagli attuali pozzi petroliferi che, in assenza di nuove perforazioni, impone un costante investimento manutentivo per impedire il continuo abbassamento della produzione di greggio”, aggiungono. Va secondo i programmi, invece, l’investimento sulla bioraffineria. “È incoraggiante, invece, la produzione di biocarburante seguita all’avviamento della green refinery, così come la successiva costruzione dell’impianto di avanguardia Btu, che costituiscono un modello di riferimento in un mercato notevolmente selettivo e in espansione. Questo sito – dicono ancora i sindacalisti Uil – è un’eccellenza tra le bioraffinerie attualmente presenti in Europa. Occupa attualmente 390 lavoratori e ha importanti prospettive di crescita con studi sull’impiantistica bio-jet che possono auspicabilmente assicurare un ampliamento occupazionale, sia in termini di personale diretto sia dell’indotto. Non meno significativo il rilievo strategico delle opere di bonifica, demolizione e risanamento ambientale condotte da Enirewind con investimenti per centinaia di milioni di euro, mentre seguiamo con interesse la realizzazione dell’impianto Uco-Ruco della società Ecorigen per la filtrazione degli oli esausti o fritti”. Sulle bonifiche i dati non sono ancora in linea con le aspettative e c’è la necessità di incrementare i programmi, anche per il gruppo che segue la sicurezza. “Non possiamo che ricordare la riconosciuta capacità professionale della divisione Scc-Stc, nata nel 2015 con un contributo non indifferente del sito e della stessa Eni, che meriterebbe oggi un potenziamento delle risorse umane da impiegare e un’organizzazione meglio strutturata e definita – concludono – sia in termini organizzativi che professionali”.