Gli operai dell’indotto Eni in Comune, si pensa ad un comitato spontaneo: il caso Riva e Mariani torna in prefettura

 
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Gela. Uno stretto giro di consultazioni con il prefetto di Caltanissetta Maria Teresa Cucinotta per cercare i primi rimedi al caso dei tanti lavoratori dell’indotto Eni in difficoltà sul fronte occupazionale. Un comitato dell’indotto. Anche nelle scorse ore, l’assessore Simone Siciliano ha ricevuto una delegazione di operai. “Si è impegnato a verificare la nostra situazione insieme al prefetto di Caltanissetta- spiegano – ha confermato di aver già effettuato una prima ricognizione anche con i sindacati”. Gli stessi operai, da settimane, hanno ripreso la mobilitazione. Poche commesse di lavoro in fabbrica, aziende in difficoltà di cassa e ammortizzatori sociali che stentano a decollare, in attesa che il decreto per l’area di crisi complessa possa entrare a regime. Così, sono riprese le proteste. A muoversi sono stati gli operai di Cosime, Eurocoop, Eurotec, Elettroclima srl e Nuova X Gamma. Davanti ad una situazione occupazionale mai tanto difficile, i lavoratori confermano la volontà di costituire un comitato dell’indotto. “Ne parliamo da settimane – spiega uno di loro – per ogni azienda dell’indotto, ci saranno due o tre rappresentanti scelti tra i lavoratori che in questo modo potranno esporre e portare avanti le singole istanze interne alle proprie aziende. In questo modo, cercheremo di essere alternativi anche al sindacato”. Una delegazione di circa quaranta operai ha incontrato l’assessore Siciliano a Palazzo di Città.

Il caso Riva e Mariani. Intanto, i segretari dei chimici di Filctem, Femca, Uiltec e Ugl attendono una convocazione in prefettura sul caso Riva e Mariani. “A circa otto mesi dal precedente tavolo – spiega il segretario Uiltec Maurizio Castania – l’azienda ha comunque a disposizione commesse di lavoro in fabbrica. E’ giusto che i dipendenti licenziati vengano presi in considerazione. Peraltro, i giudici del tribunale hanno deciso il reintegro per molti di loro. Aspettiamo che il prefetto ci convochi”. Solo in tre avevano accettato il precedente accordo concluso tra i tavoli della prefettura nissena. In nove, invece, sono già stati reintegrati dal giudice del lavoro.

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