Gela. Sono coinvolti nell’indagine antidroga, che la scorsa settimana ha portato i carabinieri e i pm della procura a chiudere il cerchio, facendo scattare nove provvedimenti di custodi cautelare. Questa mattina, otto indagati sono stati sentiti davanti al gip del tribunale. Sono accusati di aver fatto parte di una rete di spaccio, con la città diventata punto di approvvigionamento, anche per altre province. Le accuse vengono mosse a Giuseppe Domicoli, Vincenzo Gerbino, Nicholas Barone, Antonio Lo Presti, Rocco Sentina, Rosario Arcerito, Vincenzo Frasca, Bruno Di Stefano e Angelo Mangiavillano. Gli investigatori sono certi che un punto di riferimento centrale sarebbe stato Domicoli, già con precedenti dello stesso tipo. Anche lui è stato sentito e ha risposto, difendendosi dalle accuse (è rappresentato dall’avvocato Giacomo Ventura). Solo per Mangiavillano (difeso dal legale Giuseppe Vinciguerra) è stato necessario un rinvio tecnico. L’interrogatorio si terrà domani.
I carabinieri individuarono anche un’attività commerciale, una rosticceria di via Generale Cascino, gestita dalla famiglia di Domicoli, che sarebbe stata utilizzata per gli incontri e per finalizzare alcune compravendite di sostanze stupefacenti. I fatti risalgono soprattutto a due anni fa, ma gli investigatori sono certi che l’affare della droga non si sia mai fermato.