Gela. L’impianto pilota Eni che tratta il Forsu per la produzione dei biocarburanti dovrebbe essere alimentato con i rifiuti dell’ambito locale e non con quelli di Ragusa, come attualmente si verifica. Il coordinatore provinciale di Italia Viva Giuseppe Ventura si rivolge al sindaco, in una fase di massima attenzione per la gestione dei rifiuti, e chiede un tavolo di confronto. “L’impianto nel sito industriale di Eni lavora circa 700 chili di frazione umida al giorno – spiega Ventura – i rifiuti, però, arrivano da Ragusa. Ci chiediamo per quale motivo si verifica questo”. Dubbi che portano Ventura a richiedere un intervento del sindaco, attraverso un incontro con i vertici di raffineria. Secondo i renziani, destinare il forsu locale all’impianto Eni consentirebbe di alleviare la pressione, gestendo in maniera più sostenibile il ciclo dei rifiuti. Italia Viva ritiene che l’amministrazione comunale debba ottenere un impegno da Eni.
“C’è l’intenzione aziendale di puntare su un impianto di questo tipo, su scala industriale – dice Ventura – allora, dovrebbe essere realizzato in città e non a Porto Marghera”. I manager Eni hanno sempre spiegato che l’impianto sperimentale è alimentato con rifiuti forniti dall’ambito di Ragusa, perché provenienti da una differenziata di maggiore qualità, rispetto a quella che ancora oggi si registra sul territorio locale.
La verità è ormai annosa, proprio più di un anno fa ebbi l’occasione di parlare con uno dei responsabili dell’impianto Eni.
Mi faceva presente che il Comune di Gela a sempre preferito vendere l’umido per i fatti propri, mentre Ragusa è stata sempre disponibile.
Siamo alle solite cose fatte male anche di una faccenda paradossalmente che si potrebbe evitare. Chissà se ? ci cova?