Ragusa. Sarebbe stata abusata da più uomini, nonostante avesse ancora appena tredici anni. La ragazza e la madre si muovevano, per lavoro, tra le campagne della fascia trasformata, a ridosso dei territori di Ragusa e Gela. La madre, consapevole di quello che accadeva, è già stata condannata per sfruttamento della prostituzione. Avrebbe venduto il corpo della figlia, per pochi euro e per generi alimentari. Ad abusarne, sarebbe stato anche un agricoltore cinquantenne, attualmente a processo davanti ai giudici del tribunale di Ragusa. E’ difeso dall’avvocato Salvo Macrì. In aula, ieri, è stato sentito un carabiniere, che raccolse le prime ammissioni della ragazza, che raccontò degli incontri sessuali, che pare avvenissero in capannoni di aziende agricole del territorio. Davanti ai giudici, verrà sentita una cugina della vittima, che sarebbe stata al corrente delle pretese che diversi uomini avanzavano nei confronti della tredicenne, costretta a rapporti sessuali.
Il cinquantenne, attualmente a processo, ne avrebbe abusato quando la minore e la madre erano ospiti in una sua abitazione, nella zona di Macconi. Vicende che sono venute alla luce, soprattutto attraverso le indagini degli investigatori, ma anche i racconti della ragazza, che venne poi allontanata dalla madre.