Gela. “Il gruppo di “Impegno Comune” non conosce tutti gli atti dell’impianto di compostaggio di Brucazzi e parla senza avere vere competenze tecniche”. Il consigliere comunale grillino Virginia Farruggia, da anni chiede di rivedere del tutto il sistema dell’impianto, prevedendo la possibilità di un trasferimento in un altro sito. Per i consiglieri di “Impegno Comune” e per l’assessore Ivan Liardi, sul compostaggio la stessa grillina, il deputato pentastellato Nuccio Di Paola e il dem Giuseppe Arancio, farebbero solo “campagna elettorale”. “Purtroppo la materia dei rifiuti è molto complessa e a tratti appassionante. Soprattutto se ci si addentra nei dettagli impiantistici. Apprendiamo con stupore che l’assessore Liardi si occupa di rifiuti, forse c’è la volontà di un interim all’ambiente e sarebbe giusto che la città ne venisse informata. Da sempre riconosciamo l’importanza di conoscere adeguatamente ogni argomento che si decida di affrontare, prima di assumere una posizione politica. Per cui apprezziamo la buona volontà del gruppo Impegno Comune, nel voler leggere gli atti e volerli commentare. Ma suggeriamo maggiore prudenza – dice Farruggia – a chi non avesse esperienza alcuna della materia, prima di confutare le dichiarazioni altrui. Non basta copiare i dati degli atti che abbiamo ampiamente valutato anche noi. Infatti, dalle carte emerge che la maggiore capacità dell’impianto, non si acquisisce per i presunti interventi di efficientamento, bensì per il semplice aumento dei giorni di conferimento, trecento giorni anziché duecentocinquanta, sui quali viene calcolata la potenzialità complessiva annua di 11 mila tonnellate”. Farruggia descrive un impianto che è sempre stato sottodimensionato e mai veramente efficiente, nonostante le cifre spese per la realizzazione, tutte rigorosamente pubbliche. “È impensabile aumentare la capacità di un impianto che non ha mai funzionato bene e non è mai riuscito ad ottemperare alle prescrizioni legate alla vecchia autorizzazione. Peraltro, le prescrizioni di questa nuova autorizzazione sono molto più restrittive. Appare tecnicamente fondato il sospetto che, mantenendo lo stesso processo ed approccio impiantistico, non potranno essere rispettate le nuove prescrizioni, con addirittura una maggiore quantità di rifiuti in entrata. Inoltre, a causa della tecnologia adottata – continua – che tratta la materia organica con un processo statico, non si potrà mai avere un compost omogeneo e che rispetti le specifiche tecniche di un compost di qualità. Per questo, il progettista stesso ne suggerisce il collocamento in discarica, anziché la vendita ad aziende agricole. Agli amici di Impegno Comune forse sarà sfuggito che il progetto prevede nuovi volumi architettonici dove è previsto insufflamento di aria per il processo aerobico, quindi maggiori volumi di aria esausta, puzzolente, da inviare ad un biofiltro che già non funziona. Quindi come si può pensare che i biofiltri riescano a trattare tutte le emissioni odorigene generate senza un adeguato ampliamento del biofiltro? Il tutto a corollario di maggiori consumi elettrici derivanti dal maggiore impiego di ventilatori e aspiratori. Non ci si può improvvisare conoscitore della materia, soprattutto quando si tratta di rifiuti, di ambiente, di molestia olfattiva e della salute dei cittadini”. Farruggia invita i consiglieri di “Impegno Comune” e l’assessore Liardi a fare un sopralluogo a Brucazzi e nelle aziende vicine, che da anni denunciano le emissioni del sistema.
“Noi ci occupiamo dei rifiuti da anni. Per avere un approccio scientifico bisogna avvalersi di veri esperti in materia, come facciamo noi. I rifiuti rappresentano un grave problema per la nostra comunità, o si decide di affrontare il tema per superarlo ed uscire dall’emergenza continua oppure si rischia di fare solo demagogia, senza alcuna sostanza e perpetrando i danni. La politica deve essere in grado di proporre soluzioni ed innescare dinamiche virtuose per il beneficio della comunità, ma per poter fare questo serve competenza e buon senso. I componenti di Impegno Comune dovrebbero andare a visitare l’impianto per rendersi conto del reale disagio che vivono le aziende che insistono nell’area industriale – dice ancora – e dare loro garanzie supportate da riscontri oggettivi e scientifici rispetto al progetto di aumento della capacità dell’impianto. Anzi, suggerisco di farsi accompagnare da quei tecnici che hanno eseguito le analisi osmogene nel 2020, allegate al progetto presentato alla Regione, nei cui certificati di laboratorio si attesta l’assenza di odori. Magari questi stessi tecnici potrebbero proporsi alle imprese limitrofe all’impianto di compostaggio e convincerli che la molestia olfattiva in realtà non esiste. Lo hanno attestato loro con analisi di laboratorio debitamente accreditate. Inoltre, dovrebbero verificare il tipo di compost prodotto ed il suo utilizzo o la destinazione. Sono anni che il Moviumento cinquestelle chiede alla Regione la chiusura dell’impianto per i motivi che oramai denunciamo da mesi, il gruppo Impegno Comune, invece, cosa avrebbe mai fatto ad oggi se non sciorinare dati già noti a tutti senza una valutazione tecnica?”. La Regione, poche settimane fa, ha escluso l’assoggettabilità a valutazione di impatto ambientale del progetto di ampliamento dell’impianto di compostaggio, di fatto dando un impulso, forse decisivo all’intero progetto.