Gela. C’era chi viveva da anni in Liguria ma aveva comunque sbarrato il proprio alloggio di modo da impedire l’accesso e chi, invece, aveva già trasferito l’appartamento ai figli. Lo stabile di via San Cristoforo. Adesso, in diciotto sono finiti a processo davanti al giudice Silvia Passanisi. A sporgere denuncia furono gli amministratori del gruppo Ferrovie dello Stato, azienda proprietaria dello stabile di via San Cristoforo i cui sei piani sarebbero stati occupati abusivamente proprio a ridosso della stazione ferroviaria di contrada Giardinelli. Gli imputati avrebbero vissuto negli appartamenti, destinati ai dipendenti di Fs, senza averne alcun titolo. Così, devono rispondere alle accuse, difesi dagli avvocati Davide Limoncello, Annarita Lorefice e Giuseppe Smecca.
“Non avevano i titoli per viverci”. “Nel corso dei controlli – ha spiegato uno degli agenti di polizia municipale intervenuti sul posto – accertammo che la gran parte dei residenti non aveva nessun titolo che giustificasse la presenza in quell’immobile. Lo stabile era destinato ai lavoratori di Ferrovie dello Stato in servizio in città”. Nel corso dell’esame, però, la difesa ha contestato una parte della ricostruzione. L’avvocato Davide Limoncello ha sottolineato come una delle sue assistite avesse tutti i requisiti per vivere nell’immobile, essendo stata dipendente di Fs. Sarebbe stata proprio la donna a segnalare le anomalie. Richieste di chiarimenti sono arrivate anche dall’avvocato Lorefice. I difensori, inoltre, hanno sollevato perplessità sulle modalità della querela sporta da Ferrovie dello Stato. Si ritornerà in aula il prossimo 19 ottobre.