Gela. Trenta infermieri in forza per il presidio ospedaliero “Vittorio Emanuele” dal primo luglio faranno parte della lunga lista dei disoccupati del territorio.
Alla base del provvedimento, il mancato adeguamento della pianta organica per l’Asp cl2 coordinata dal management diretto da Carmelo Iacono. I lavoratori minacciano di organizzare nuove forme di protesta. Erano scesi in piazza il 15 giugno per tutelare i diritti dei primi lavoratori raggiunti dalle lettere di licenziamento. Si tratta degli infermieri assunti con contratto a tempo determinato che hanno concluso i 36 mesi lavorativi. I rappresentanti del Nursind, alla presenza del coordinatore regionale, Osvaldo Barba, avevano incontrato il manager dell’Azienda sanitaria provinciale nissena per evidenziare la necessità di mantenere gli stessi lavoratori che colmano le numerose lacune di organico del personale.
Martedì mattina si recheranno a Palermo per opporsi ad un provvedimento che colpisce, ancora una volta, il territorio nisseno. In quella occasione i manifestanti potrebbero essere diverse centinaia. “C’è troppa inerzia davanti ad un problema di vitale importanza per il mantenimento occupazionale e dello standard dei servizi in ospedale – accusa Giuseppe Provinzano, della segreteria del sindacato Nursind – Abbiamo proclamato lo stato di agitazione regionale e dopodomani sciopereremo davanti piazza Ziino a Palermo insieme al coordinamento regionale Ipasvi”.
“Il governo regionale potrebbe dirimere la questione recependo il decreto a firma del presidente del consiglio dei ministri, su proposta del ministro dell’Economia e delle Finanze, per la semplificazione della pubblica amministrazione (approvato il 2 aprile e pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale), riguardante la stabilizzazione dei lavoratori precari del comparto sanità. La proposta di legge consente, tra l’altro, la proroga dei contratti a tempo determinato in essere fino al completamento delle procedure concorsuali da avviare entro il 31 dicembre 2018”.
Intanto, lo stesso Osvaldo Barba aveva puntato l’indice accusatorio contro il management dell’Asp dopo avere appreso la notizia dell’avvio dei licenziamenti proprio dai primi infermieri costretti ad appendere i camici al chiodo. “Sarebbe volontà di questa Asp – dice Osvaldo Barba – non rinnovare più i contratti ai dipendenti che hanno al proprio attivo 36 mesi di servizio al prossimo 30 giugno. Se davvero questa fosse l’intenzione dell’Asp nissena – conclude – si attuerebbe una mortificazione ed un mancato riconoscimento del profilo giuridico dei rapporti occupazionali di lavoratrici e lavoratori che in questi anni, sacrificati da inquadramenti contrattuali penalizzanti, attraverso la loro opera hanno consentito l’erogazione e la qualità delle prestazioni sanitarie nella nostra Asp”.