Rapporti con gli Alferi, cause “aggiustate” e dati violati, tre carabinieri a giudizio e uno assolto

 
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Gela. Andranno a processo. E’ la decisione adottata dal giudice dell’udienza preliminare Marcello Testaquadra nei confronti di dieci indagati, compresi tre carabinieri già in servizio al locale reparto territoriale. Tre carabinieri rinviati a giudizio. Il rinvio a giudizio, infatti, è scattato per il maresciallo Giovanni Primo, già comandante della radiomobile, e per due ex colleghi. Assolto, invece, il maresciallo Salvatore Gurrieri che era accusato solo di accesso abusivo a dati riservati. Ha patteggiato a nove mesi di reclusione, con pena sospesa, la quarantaduenne Franca Carrera, difesa dall’avvocato Davide Limoncello. Assolta anche Gabriella Di Noto. Per gli altri indagati finiti al centro dell’inchiesta coordinata dai magistrati della Direzione distrettuale antimafia di Caltanissetta ed eseguita proprio dai carabinieri, si aprirà il processo. Devono rispondere, a vario titolo, di concorso esterno in associazione di tipo mafioso, estorsione aggravata dalle finalità mafiose, corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio, rivelazione di segreto d’ufficio, accesso abusivo a sistema informativo, millantato credito e truffa.

Il “sistema” scoperto dagli investigatori. Secondo i magistrati, lo stesso maresciallo Giovanni Primo avrebbe avuto stretti rapporti con il boss Giuseppe Alferi. Inoltre, non si sarebbe tirato indietro neanche dal “pilotare” cause civili per il tramite di false testimonianze con l’obiettivo di agevolare imprenditori ed esercenti vicini. La dipendente di uno degli esercenti finiti a giudizio si è costituita parte civile con l’avvocato Giusy Ialazzo. Parti civili sono anche i rappresentanti del ministero della difesa e di quello dell’interno. Nel pool difensivo, ci sono gli avvocati Giacomo Ventura, Flavio Sinatra, Angelo Licata, Maurizio Cannizzo, Cristina Alfieri e Nicoletta Cauchi. Gli indagati hanno sempre respinto le accuse, escludendo di aver avuto rapporti “privilegiati” con i carabinieri finiti al centro dell’inchiesta.

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